11 gennaio 2021

AGE OF EXTINCTION: ENDGAME



EPISODE 2

GENERE: Thriller, True Crime, Ecologia







"Esse copriranno il paese, così da non potersi più vedere il suolo: divoreranno ciò che è rimasto, che vi è stato lasciato dalla grandine, e divoreranno ogni albero che germoglia nella vostra campagna".






India, Maggio 2020

Sciami di milioni di locuste del deserto che si estendono fino a 4 miglia di lunghezza hanno attraversato lo stato occidentale del Rajasthan dal Pakistan all'inizio di maggio e sono entrate nell'Uttar Pradesh, nel Madhya Pradesh, nel Maharashtra e nel Gujarat.





L' Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite (Food and Agriculture OrganizationFAO) ritiene che l'invasione delle locuste sia stata causata dai forti venti che hanno seguito il ciclone Amphan che ha colpito l'India e il Bangladesh il 20 maggio.



Le locuste del deserto sono le più distruttive di tutte le specie di locuste a causa della loro velocità e della loro capacità di moltiplicarsi rapidamente. Una locusta adulta può volare fino a 93 miglia all'ora. Gli sciami hanno devastato i raccolti.



Gli stati colpiti hanno effettuato operazioni di emeregenza con l'uso di droni per spezzare gli sciami e camion dei pompieri per spruzzare pesticidi.





All'inizio di quest'anno, anche l'Africa orientale è stata colpita dalla peggiore invasione di  locuste  che il continente abbia visto da decenni.

Per lo scienziato del clima Roxy Mathew Koll presso l'Istituto Indiano di Meteorologia Tropicale (IITM) di Pune, la causa è stata un'ondata di calore marina che ha attraversato parti del Golfo del Bengala

“I cicloni continuano a evolversi in base a dove si trovano le acque calde. Abbiamo osservato alcune tra le più alte temperature superficiali mai registrate dalle boe meteorologiche installate nel Golfo del Bengala, con valori senza precedenti di 32-34 gradi Celsius, appena prima del ciclone", dice. 



L'ondata di calore marina ha portato ad una rapida intensificazione del ciclone in un super ciclone. "In circa 18 ore si è sviluppato da una tempesta di categoria 1 a una categoria 5 con venti fino a 250 km/h. Qualcosa senza precedenti".





L'ondata di caldo ha anche portato a un massiccio sbiancamento delle barriere coralline nel Golfo di Mannar attraverso aprile e maggio.




Come ha dimostrato il rapporto speciale sull'oceano e la criosfera dell'IPCC, l'Intergovernmental Panel on Climate Change, le ondate di calore marine sono il risultato dei cambiamenti climatici

L'oceano globale ha assorbito il 90% del calore in eccesso generato dalle emissioni di gas serra dal 1970. Il risultato è la devastante intensificazione dei cicloni tropicali, nonché lo sbiancamento distruttivo delle barriere coralline

Il ciclone Fani, che ha colpito Odisha all'inizio di maggio 2019, aveva mostrato un'intensificazione in qualche modo simile, ma Amphan lo ha superato.


SIGLA






Macquarie Harbour, Tasmania, 23 Settembre 2020

500 balene pilota sono rimaste bloccate su una spiaggia della costa occidentale della Tasmania.

Centinaia di cetacei sono morti, nonostante gli sforzi fatti dai volontari per salvarli.

Si è trattato del più grande spiaggiamento di massa mai registrato in Tasmania.

Tra le balene pilota lo spirito di gruppo è molto marcato, e basta che un paio di loro si avvicinino eccessivamente alle coste per cacciare perché interi branchi li seguano senza curarsi del pericolo.




A causa del riscaldamento globale, le specie marine stanno migrando verso i poli sei volte più velocemente di quelle terrestri.

Lo attesta  il database BioShifts, la prima analisi completa nel suo genere.

Anche le specie terrestri si stanno avvicinando ai poli mentre il pianeta si riscalda, ma "a un ritmo molto più lento del previsto, specialmente nelle aree con climi caldi", scrivono gli autori.




Lo studio ha scoperto che gli anfibi si stanno muovendo su per i pendii a oltre 12 metri all'anno, mentre i rettili sembrano dirigersi verso l'equatore a 6,5 ​​metri all'anno.

Gli insetti, che incidentalmente portano molte malattie, si spostano verso il polo a 18,5 chilometri all'anno.

In una prospettiva più ampia, le specie marine si stanno muovendo verso i poli ad un ritmo medio di quasi 6 chilometri all'anno.

"Sulla terra, la perdita dell'habitat e la frammentazione a causa dei cambiamenti nell'uso del suolo possono impedire la capacità delle specie terrestri di tracciare le isoterme mobili [linee che collegano le regioni in base alla temperatura]", scrivono gli autori.

"Queste complesse interazioni causano una ridistribuzione della biodiversità con conseguenze sul benessere umano a causa dei cambiamenti climatici".




Durante l'estinzione di massa permiano-triassica, l'evento più disastroso della storia della Terra, pochissimi organismi marini sono rimasti nello stesso habitat in cui i livelli di ossigeno sono crollati.


"Fuggi o muori", dice l'oceanografo Curtis Deutsch dell'Università di Washington

Oltre il 50% delle specie marine dell'epoca, sfortunatamente non sono riuscite a fuggire.

Oggi, quando la temperatura aumenta spingendo gli animali in gamme di habitat sempre più ristrette, anche quegli animali che nuotano già verso i poli rischiano di rimanere senza acqua più fredda.

Questo sta accadendo anche a terra. Le temperature e la competizione stanno spingendo molte specie animali a salire su una "scala mobile che porta all'estinzione". Nell'acqua questa scala mobile sembra muoversi più velocemente.





"La sovrapesca commerciale potrebbe accelerare lo spostamento delle specie marine", dicono i ricercatori.

La meta-analisi utilizzata per creare BioShift copre solo lo 0,6 per cento di tutta la vita conosciuta sulla Terra focalzzata sugli animali cpiù carismatici o importanti per l'uomo, prevalentemente nell'emisfero settentrionale.

Questi animali stanno lottando per trovare nuovi habitat di fronte alla crescente crisi climatica.





01 Giugno 2020


La sesta estinzione di massa sta accadendo ora, molto più velocemente di quanto precedentemente previsto.


Gli umani hanno già spazzato via centinaia di specie e ne hanno spinte molte altre sull'orlo dell'estinzione attraverso il commercio di animali selvatici, la perdita di habitat e l'uso di sostanze tossiche.

Secondo i risultati di uno studio pubblicati sulla rivista scientifica Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS) il tasso di morte delle specie è aumentato negli ultimi decenni.

Gerardo Ceballos González, professore di ecologia all'Università Nazionale Autonoma del Messico e uno degli autori dello studio, afferma che circa 173 specie si sono estinte tra il 2001 e il 2014. "Più specie estinte di quanto ci si aspetterebbe dal normale tasso di estinzione".

Lui e il suo team hanno scoperto che negli ultimi 100 anni si sono estinte oltre 400 specie di vertebrati. Nel normale corso dell'evoluzione, tali estinzioni avrebbero richiesto fino a 10.000 anni.

Come suggerisce il loro nome, le estinzioni di massa sono eventi rari e molto gravi. Ci sono stati cinque eventi di estinzione di massa nella storia della Terra, ognuno dei quali ha spazzato via tra il 70% e il 95% delle specie di piante, animali e microrganismi. Il più recente, 66 milioni di anni fa, ha visto scomparire i dinosauri.

Gli eventi passati sono stati causati da catastrofiche alterazioni dell'ambiente, tra cui enormi eruzioni vulcaniche o collisioni con un asteroide. La sesta estinzione di massa - quella che sta accadendo ora - è diversa: gli scienziati affermano che è causata dagli umani





"È tutta colpa nostra", dice Ceballos González, "noi umani ci siamo evoluti in un mondo biologico straordinariamente diversificato, un mondo che stiamo distruggendo".

Ceballos González e i suoi colleghi affermano che molte delle specie sull'orlo dell'estinzione sono concentrate nelle stesse regioni che vengono decimate dagli impatti umani.











Amazonia, 10 Dicembre 2020

Progetti di disboscamento, ma anche agricoltura e allevamenti, estrazione mineraria e infrastrutture: dal 2000 al 2018, l’8% della foresta pluviale amazzonica è andata persa, un’area poco più grande della Spagna.

A dirlo è l’Amazon Geo-Referenced Socio-Environmental Information Network (RAISG), che nel rapporto Amazonia Under Pressure 2020 ha eseguito una nuova “radiografia” delle principali minacce alla più grande foresta tropicale del mondo, evidenziando l’andamento del suo deterioramento.

Pubblicato per la prima volta nel 2012, il report dell’Raisg presenta ora un aggiornamento di dati e analisi, incorporando nuovi temi e metodologie. La pubblicazione è il risultato del lavoro di dieci gruppi tecnici che hanno generato 23 mappe rappresentative dell’intera regione e i risultati non sono confortanti.





L’Amazzonia è molto più minacciata di quanto non fosse otto anni fa”, dicono dall’RAISG, ed è un dato gravissimo se si considera che questa preziosa regione svolge un ruolo fondamentale nel frenare proprio il cambiamento climatico.

La mappa attuale mostra che 513.016 chilometri quadrati di foresta pluviale sono stati persi dal 2000 e, mentre i tassi di deforestazione sono diminuiti tra il 2003 e il 2010, i progetti di disboscamento, agricoltura, allevamento, estrazione mineraria e infrastrutturale nell’ultimo decennio hanno influenzato negativamente l’intera Amazzonia.




Dalla sua, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro non ha fatto altro che incoraggiare lo sviluppo sconsiderato nella foresta pluviale e allentare l’applicazione delle leggi ambientali (il Brasile, in cui ricade la maggior parte dell’Amazzonia – circa il 62% – è tra l’altro anche responsabile della peggiore deforestazione, lo studio ha rilevato 425.051 kmq dal 2000 al 2018).

La deforestazione ha subito un’accelerazione dal 2012: la superficie annua persa è triplicata dal 2015 al 2018, rileva lo studio, osservando che solo nel 2018 sono stati distrutti 31.269 kmq di foresta in tutta la regione amazzonica, “la peggiore deforestazione annuale dal 2003”.

La distruzione delle foreste tropicali è un duro colpo alla biodiversità poiché le foreste sono enormi spugne di anidride carbonica, fondamentali nella lotta al cambiamento climatico.




I difensori indigeni delle foreste usano i droni per proteggere l’Amazzonia. 

La tribù Uru-Eu-Wau-Wau è composta da circa 300 persone che tutelano la biodiversità che viene distrutta per l’agricoltura, l’allevamento di bestiame, il disboscamento e l’estrazione mineraria.

Insieme al rischio coronavirus, la deforestazione dilagante cancella la foresta pluviale che è una fonte necessaria per l’assorbimento di carbonio critico e la lotta alla crisi climatica

Così, sebbene la tribù mantenga il proprio stile di vita, recentemente ha iniziato a utilizzare i droni moderni per rilevare e combattere questi crimini contro la natura e gli animali.




Bitaté Uru-eu-wau-wau, 20 anni, coordinatore dell’Associazione dei popoli indigeni Uru-eu-wau-wau ha dichiarato a The Independent : “Quando uccidono un giaguaro è come se uccidessero uno di noi. Noi non li uccidiamo, noi ammiriamo la loro bellezza nell’habitat naturale”.

Il commercio illegale di animali selvatici è una minaccia in un continente che storicamente è stato privo degli sforzi di conservazione su larga scala

I giaguari erano sull’orlo dell’estinzione a metà del XX secolo dopo essere stati cacciati per le loro pelli. Nel 1975, il commercio internazionale della specie è stato vietato. Ma la minaccia non è finita. Le popolazioni sono diminuite di circa un quarto in tre generazioni e quasi il 50% dei giaguari non ci sono più.

La specie risente della perdita di habitat dovuta all’accelerazione della deforestazione e agli incendi provocati da accaparratori illegali di terre per espandere l’agricoltura, il disboscamento e l’estrazione mineraria.


I droni si sono rivelati preziosi. A gennaio, gli Uru-Eu-Wau-Wau hanno scoperto ettari su ettari devastati. In totale, sono ben 15 i territori indigeni coperti dai droni. 

Le immagini potranno essere presentate in tribunale come prova di attività illegale su territori protetti.







Kenya, 19 Marzo 2018

Sudan, l’ultimo maschio della specie dei rinoceronti bianchi settentrionali, è stato soppresso dopo una grave malattia, durata circa un mese, aggravata da un’infezione che lo aveva colpito alla schiena e alla gamba destra. 

L’animale è morto a 45 anni, un’età paragonabile a 90 anni umani.



Di questa specie restano in vita solo due esemplari femmine: Najin e Fatu, di 31 e 20 anni, rispettivamente figlia e nipote di Sudan.

Sudan era arrivato il 20 dicembre 2009 nella riserva Ol Pejeta Conservancy in Kenya. Prima di allora aveva vissuto per 33 anni in uno zoo della Cecoslovacchia (e poi della Repubblica Ceca). 

Era l’ultimo esemplare maschio di rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni), una sottospecie del rinoceronte bianco considerata probabilmente estinta in natura. 

Il nome Sudan era un riferimento al fatto che fu nel parco di Shambe, in Sudan (oggi Sud Sudan), che fu catturato insieme ad altri cinque rinoceronti della sua specie, nel 1975, quando aveva due anni.

Nello zoo dell’attuale Repubblica Ceca, Sudan arrivò a pesare 2.200 chili. Negli anni si riprodusse tre volte, ma solo due dei cuccioli femmine sono sopravvissute. 



Nel 2009, dopo che i rinoceronti bianchi settentrionali furono dichiarati estinti in natura, Sudan e altri tre rinoceronti bianchi settentrionali furono portati all’Ol Pejeta Conservancy. 

Anche riportati nel loro ambiente naturale, i rinoceronti non sono riusciti ad accoppiarsi tra loro. 

Con il decesso dell’ultimo rinoceronte bianco settentrionale maschio è andata perduta per sempre una delle cinque sottospecie di rinoceronti. 

Al momento sono ancora in corso dei tentativi per provare a salvare la specie attraverso la fecondazione in vitro. 




Quando una specie scompare erode l'intero ecosistema e spinge altre specie verso l'annientamento.

I ricercatori usano gli anfibi come esempio di questo fenomeno. Centinaia di specie di rane e rospi soffrono di cali ed estinzioni della popolazione a causa della malattia del fungo chytrid, che a volte viene diffusa in nuove aree dall'uomo. Il cambiamento climatico peggiorerà la questione.

Questa interdipendenza di specie diverse è una cattiva notizia anche per l'uomo.




"Quando l'umanità stermina popolazioni e specie di altre creature, sta tagliando l'arto su cui è seduta, distruggendo parti operative del nostro sistema di supporto vitale", afferma Paul Ehrlich, noto professore di Stanford che ha scritto il controverso libro del 1968 "The Population Bomb" ed è coautore di un nuovo studio.

Nel 2019, a seguito di una revisione di migliaia di fonti scientifiche e governative, la Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services delle Nazioni Unite ha riferito che circa 1 milione di specie animali e vegetali sono minacciate di estinzione: più del 40% delle specie di anfibi, quasi il 33% degli squali, dei parenti degli squali e dei coralli che formano la barriera corallina e oltre il 33% di tutti i mammiferi marini.

Paul Ehrlich e colleghi hanno scoperto che 515 specie di vertebrati terrestri - l'1,7% di tutte le specie analizzate - sono sull'orlo dell'estinzione, il che significa che hanno meno di 1.000 esemplari rimasti. 

Circa la metà delle specie studiate ha meno di 250 esemplari. 




I ricercatori affermano che l'attuale crisi del coronavirus mostra l'incoscienza con cui le persone trattano il mondo naturale. Molte specie minacciate di estinzione o sull'orlo dell'estinzione vengono decimate dal commercio di specie selvatiche.



Il pangolino è il mammifero più trafficato al mondo. Le scaglie dure che ricoprono il suo corpo sono ricercate per l'uso nella medicina cinese, nell'erronea convinzione che abbiano proprietà curative.

L'animale ha anche interessato i ricercatori durante la pandemia di coronavirus. Virus correlati sono stati trovati nei pangolini trafficati.



Gli ambientalisti avvertono che non sono solo le estinzioni di cui dovremmo preoccuparci, ma anche la scomparsa delle popolazioni, che chiamano "annientamento biotico". Queste perdite hanno gravi ripercussioni sugli ecosistemi.

"L'estinzione delle specie è un endgame davvero, davvero, brutto", dicono i ricercatori. 


Lo studio ha anche scoperto che il cambiamento climatico sta emergendo come uno dei principali fattori di perdita di biodiversità

I dati evidenziano l'urgenza con cui il mondo deve agire per affrontare tassi di estinzione senza precedenti che minacciano gli ecosistemi e di conseguenza anche la sopravvivenza umana.




BRUXELLES, 11 dicembre 2020

Alla fine di una notte di negoziato, è stato raggiunto un accordo sulla riduzione delle emissioni nocive di gas serra di “almeno il 55%” entro il 2030

L'Europa vuole diventare il primo continente a produrre zero emissioni entro la metà del secolo

La trattativa è stata particolarmente lunga e complessa perché i Paesi più in ritardo sul fronte ambientale hanno chiesto contropartite finanziarie.

La Polonia, grande utilizzatrice di carbone, ha dato battaglia fino all'ultimo per ottenere aggiustamenti nella corsa al raggiungimento del nuovo obiettivo. Varsavia ha difeso il principio secondo il quale il calcolo del target nazionale debba avvenire sulla base del prodotto interno lordo in modo che i paesi meno ricchi sarebbero chiamati a minori sforzi ambientali.

Il tentativo europeo è di dare sostanza al Green Deal, rilanciando il circolo virtuoso tra ambiente ed economia. 








Londra, 09 Gennaio 2021

Un pesticida per uccidere le api così velenoso da essere vietato dall'UE potrà essere utilizzato sulla barbabietola da zucchero in Inghilterra, ha annunciato il governo.

La decisione ha suscitato la furia degli animalisti e degli ambientalisti, che hanno accusato i ministri di inchinarsi alle pressioni degli agricoltori.

In piena crisi della biodiversità, quando almeno metà degli insetti del mondo sono già scomparsi, il governo dovrebbe fare tutto il possibile per salvare le api, non permettere che vengano uccise.

Il segretario per l'ambiente George Eustice ha promosso l'utilizzo di un prodotto contenente il neonicotinoide thiamethoxam per trattare i semi di barbabietola da zucchero, nel tentativo di proteggere il raccolto da un virus che l'anno scorso ha ridotto in modo significativo i raccolti.

Il Wildlife Trusts ha affermato che i neonicotinoidi rappresentano un rischio ambientale significativo, in particolare per le api e altri impollinatori.

Si ritiene che un terzo della popolazione di api del Regno Unito sia scomparsa in un decennio.

Uno studio del 2017 su 33 siti di colza nel Regno Unito, Germania e Ungheria ha rilevato un legame tra livelli più elevati di residui di neonicotinoidi e una minore riproduzione delle api, con meno regine negli alveari di calabrone e meno ovuli nei nidi di api solitari.

Le prove suggeriscono che i pesticidi danneggiano lo sviluppo del cervello delle api, indeboliscono il sistema immunitario e possono rendere le api incapaci di volare.

Le prove suggeriscono che il mondo ha già perso almeno il 50% degli insetti dal 1970 e il 41% delle specie di insetti rischia ora l'estinzione.

Il Wildlife Trusts ha twittato: “Cattive notizie per le api: il governo si è piegato alle pressioni della National Farmers Union per accettare l'uso di un pesticida altamente dannoso".





Londra, 08 Gennaio 2021

Più di 1.000 persone che hanno preso parte all'azione organizzata da Extinction Rebellion (XR) sono state portate in tribunale in quello che gli esperti dicono che è una delle più grandi repressioni nella storia legale britannica.




XR ha organizzato tre importanti "ribellioni" negli ultimi due anni per evidenziare l'escalation dell'emergenza climatica ed ecologica e richiedere un'azione urgente da parte del governo. 

Le proteste pacifiche hanno bloccato per giorni gran parte di Londra.

XR afferma che più di 3.400 persone sono state arrestate, circa 1.700 accusate, quasi tutte per reati minori di ordine pubblico come l'ostruzione dell'autostrada. Circa 900 persone si sono dichiarate colpevoli e altre 800 sono state processate o attendono il loro giorno in tribunale.

Zoë Blackler, che ha supervisionato il processo giudiziario per XR, ha evidenziato la gamma di persone pronte a prendere posizione per forzare un'azione urgente sull'emergenza climatica. “Provengono da tutto il paese e da ogni fascia di età - ci sono tante persone sopra i 65 anni che tra i 20. Ho incontrato medici e autisti delle consegne, insegnanti e muratori, persino un marinaio mercantile in pensione di 80 anni ".


A novembre, XR ha annunciato che stava pianificando una ribellione monetaria - una campagna di disobbedienza civile finanziaria per smascherare la "complicità dell'economia politica" nella crisi ecologica

TO BE CONTINUED


AGE OF EXTINCTION: FIRESTORM 29 aprile 2020

GLOBAL REBELLION: RED REBEL BRIGADE 16 aprile 2020





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