"L’alienazione generale, e sempre più diffusa, dalla natura vivente è in larga misura responsabile dell’abbrutimento estetico e morale dell’uomo civilizzato"
Konrad Lorenz
“Questo mondo è la volontà di potenza − e nient'altro"
Friedrich Wilhelm Nietzsche
“Homo Homini Lupus"
EPISODE 5
GENERE: Thriller, True Crime, Ecologia
Bangkok, Thailandia, 23 Aprile 2021
Al tempio Wat Phra Dhammakaya nella provincia di Pathum Thani, per commemorare la Giornata della Terra (Earth Day), circa 300.000 monaci buddisti e devoti hanno preso parte all'accensione di 330.000 candele stabilendo un nuovo Guinness World Record.
Unite tutte insieme le candele hanno rivelato la sagoma di un Buddha in meditazione all'interno di un enorme disegno della Terra.
"Abbiamo proposto il tema 'purifica la mente, purifica il mondo', per ricordare alle persone di purificare le loro menti prima di iniziare a pulire il mondo", ha detto il venerabile Sanitwong.
15 Aprile 2021
Una nuova funzione video sull'app Google Earth, recuperando quattro decenni di immagini satellitari, mostra come il pianeta sia stato devastato dai cambiamenti climatici.
Il nuovo strumento ottiene le sue informazioni da 24 milioni di immagini satellitari scattate ogni anno dal 1984 al 2020. È stato realizzato in collaborazione con diverse agenzie governative in tutto il mondo, tra cui la NASA, il servizio geologico degli Stati Uniti, quello dell'Unione Europea e la Carnegie Mellon University.
"Questo software può cambiare la mente di molte persone sulla portata dell'impatto degli esseri umani sull'ambiente", ha detto Natalie Mahowald, professoressa di ingegneria alla Cornell University e scienziata del clima.
28 Aprile 2021
Tra il 2000 e il 2019, i ghiacciai di tutto il mondo hanno rilasciato 267 gigatonnellate di acqua fusa, ogni anno.
Presi complessivamente, contribuiscono per più del 21% all’aumento del livello dei mari e degli oceani.
Un quarto di questa immensa quantità di acqua proviene dallo scioglimento dei ghiacciai dell’Alaska.
Sono i risultati dello studio scientifico più completo mai condotto sullo scioglimento dei ghiacciai intitolato "Accelerated global glacier mass loss in the early twenty-first century".
I ghiacciai di dimensioni più contenute, come quelli della Nuova Zelanda e quelli europei, tra cui quelli di Alpi e Appennini, si sciolgono molto più in fretta della media globale.
In Oceania, si sciolgono ad un ritmo 7 volte più veloce di 20 anni fa.
Come base per lo studio, il team di ricerca ha utilizzato le immagini acquisite dal satellite Terra della NASA che ospita ASTER (Advanced Spaceborne Thermal Emission and Reflection Radiometer), un sensore multispettro che ha consentito ai ricercatori di creare modelli digitali ad alta risoluzione di tutti i ghiacciai del mondo, più di 215mila, mappando la loro ritirata degli ultimi 20 anni.
Per elaborare i dati, i ricercatori hanno utilizzato un supercomputer della University of Northern British Columbia.
I risultati saranno inclusi nel prossimo Assessment Report of the United Nations Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).
Uno degli autori dello studio, Daniel Farinotti, avverte: «Il mondo deve davvero agire ora».
22 Marzo 2021
Gli effetti antropici sul cambiamento climatico stanno modificando l’inclinazione del pianeta.
Gli autori dello studio pubblicato su Geophysical Research Letters hanno calcolato che dal 1980 a oggi il polo geografico si è spostato di 4 metri.
La velocità dello spostamento tra il 1995 e il 2020 è stata 17 volte maggiore di quella registrata per il periodo 1981-1994.
I poli geografici nord e sud del pianeta sono il punto in cui l'asse di rotazione terrestre interseca la superficie, ma non sono fissi, il loro spostamento è influenzato da diversi fattori.
Tra questi, i cambiamenti nel modo in cui la massa della Terra è distribuita sul pianeta.
Dagli anni '90, la perdita di centinaia di miliardi di tonnellate di ghiaccio all'anno a causa della crisi climatica ha modificato l'idrosfera, la distribuzione globale delle acque, portando i poli a muoversi in nuove direzioni.
Le enormi perdite di massa della calotta glaciale della Groenlandia e dell'Antartide sono state la causa predominante.
Insieme ai cambiamenti nell'intensità del ciclo globale dell'acqua, derivanti da siccità e forti piogge in alcune parti del globo.
Un'altra possibile causa è il cambiamento del Terrestrial Water Storage (TWS), l'idrosfera continentale, ovvero la somma di tutta l'acqua presente sulla superficie terrestre e nel sottosuolo (l'umidità del suolo superficiale, l'umidità del suolo a livello delle radici, l'acqua sotterranea, la neve, il ghiaccio, il permafrost, l'acqua immagazzinata nella vegetazione, l'acqua di fiumi e laghi).
In particolare, nelle regioni non glaciali si registra un consumo insostenibile di acque sotterranee per l'irrigazione e altre attività antropiche.
Negli ultimi 50 anni, l'umanità ha rimosso 18 tonnellate di acqua da serbatoi sotterranei profondi.
Una volta pompate in superficie, la maggior parte delle acque sotterranee fininiscono per scorrere verso il mare, con effetti drastici sull'idrosfera e i processi naturali.
Circa il 30 percento di tutte le acque sotterranee utilizzate per l'irrigazione negli Stati Uniti viene prelevata dalla falda di Ogallala, la più grande falda acquifera degli Stati Uniti.
Occupa un'area di 174,000 miglia quadrate che si estende tra gli 8 stati delle Grandi Pianure americane e fornisce acqua potabile all'82% dei 2,3 milioni di persone che vivono entro i confini delle High Plains.
Dal 1950, l'irrigazione agricola ha ridotto il volume saturo della falda acquifera di circa il 9%.
Una volta esaurito, la falda acquifera impiegherà oltre 6.000 anni per ricostituirsi naturalmente attraverso la pioggia.
Altri effetti drastici sono provocati dall'ampio uso di dighe, argini, centrali idroelettriche che contribuiscono al degrado dell'habitat naturale.
Si stima che solo un terzo dei grandi fiumi del mondo rimane ancora a flusso libero.
21 Aprile 2021
"Nella nuova normalità stiamo davvero vedendo le impronte digitali del cambiamento climatico", dice Mike Palecki, project manager della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
Le condizioni climatiche normali sono stabilite da una media di 30 anni. Forniscono la base per confrontare il tempo e il clima con il recente passato.
I dati vengono raccolti dalle osservazioni di quasi 10.000 stazioni meteorologiche negli Stati Uniti, gestite dalla NOAA e dal National Weather Service.
La nuova media della temperatura 1991-2020 rispetto alla media del 20° secolo (1901-2000), mostra chiaramente che la maggior parte dei 48 stati inferiori sono molto più caldi che in passato.
23 Marzo 2021
Se non verranno compiuti maggiori sforzi di mitigazione del cambiamento climatico, il clima estivo potrebbe durare fino a sei mesi.
L'estate 2020 è stata l'estate meteorologica più calda mai registrata in 141 anni.
Negli ultimi 60 anni, l'estate è aumentata in media di 17 giorni in tutto il mondo.
"Le estati stanno diventando più lunghe e più calde mentre gli inverni più brevi e più caldi a causa del riscaldamento globale", dice Yuping Guan, del South China Sea Institute of Oceanology, autore principale dello studio "Changing Lengths of the Four Seasons by Global Warming".
Iniziare la primavera un mese prima potrebbe significare perdite disastrose per i raccolti.
Il cambio delle stagioni influenzerà anche gli incendi e le ondate di calore.
Secondo l'Intergovernmental Panel on Climate Change, le malattie portate dalle zanzare, come la dengue, diventeranno più diffuse.
In un mondo più caldo di 3 gradi Celsius la Grande Barriera Corallina andrà completamente perduta.
Nel rapporto "The risks to Australia of a 3°C warmer world", i ricercatori dell'Australian Academy of Science affermano che sarà praticamente impossibile limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali.
A quel punto, tra il 70 e il 99 percento della Grande Barriera Corallina, la più grande struttura vivente sulla Terra, morirà.
L'Australia è un continente arido che sta già sperimentando un riscaldamento di 1,4 gradi, mentre la media mondiale è di circa 1,1 gradi: ondate di caldo, siccità, incendi boschivi, inondazioni.
Tre eventi di sbiancamento dei coralli hanno già distrutto più della metà della copertura corallina dura nelle acque poco profonde della barriera corallina australiana negli ultimi cinque anni.
Gli scienziati prevedono che gli oceani assorbiranno cinque volte più calore portando a ondate di calore più frequenti e più intense e meno ossigeno a profondità minori.
Gli ecosistemi costieri, come le barriere coralline e le foreste di mangrovie, soffriranno sempre più a causa dell'alzamento dei livelli del mare e delle sempre più violente tempeste.
L'Australian Academy of Science chiede al governo australiano di accelerare la transizione dell'Australia a zero emissioni nette dei gas a effetto serra (GreenHouse Gas) nei prossimi 10-20 anni per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico.
15 Aprile 2021
Solo il 3% della Terra è ancora ecologicamente intatto, con popolazioni sane di tutti i suoi animali originali e un habitat incontaminato.
Questi frammenti di natura selvaggia, non danneggiati dalle attività umane, si trovano principalmente in parti delle foreste tropicali dell'Amazzonia e del Congo, nelle foreste e nella tundra della Siberia orientale e del Canada settentrionale e nel Sahara.
L'attuale crisi mondiale della biodiversità, con molte popolazioni di fauna selvatica - dai leoni agli insetti - che precipitano, si deve principalmente alla distruzione degli habitat per l'agricoltura e l'edilizia.
"Gran parte di ciò che consideriamo un habitat intatto manca di specie che sono state cacciate via dalle persone o perse a causa di specie o malattie invasive", dice il dott. Andrew Plumptre, l'autore principale dello studio "Where Might We Find Ecologically Intact Communities?"
I siti che contribuiscono in modo significativo alla persistenza globale della biodiversità sono chiamati Key Biodiversity Areas (KBAs).
La loro eccezionale integrità ecologica risponde ad uno standard, il "Criterion C", stabilito nel 2016 a seguito di un ampio processo di consultazione globale.
L'integrità dell'habitat si mantiene dove non c'è conversione / trasformazione antropogenica. Può essere stimata e monitorata utilizzando tecniche di telerilevamento e misurazioni dell'impatto dell'impronta umana sulla struttura dell'ecosistema.
Il nuovo studio ha combinato tre diversi set di dati per creare una nuova mappa del numero di specie estirpate.
Sulla base di questa mappa, si stima che non più del 2,9% della superficie terrestre possa essere considerata ecologicamente intatta.
Molte delle aree ancora intatte sono in territori gestiti da comunità indigene.
"Potrebbe essere possibile aumentare l'area ecologica intatta fino al 20% attraverso la reintroduzione mirata di specie che sono state perse in aree in cui l'impatto umano è ancora basso", dice Plumptre, come ad esempio la riuscita reintroduzione dei lupi nel parco nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti, che ha trasformato l'ecosistema.
Il professor Pierre Ibisch, della Eberswalde University for Sustainable Development, che non ha partecipato allo studio, afferma: “L'accelerazione del cambiamento climatico sta diventando la principale minaccia alla funzionalità di interi ecosistemi".
Il prof. James Watson dell'Università del Queensland, in Australia, dichiara: "Gli ecosistemi ancora praticamente intatti sono chiaramente ridotti al minimo.
Questi luoghi così rari e speciali, mostrando com'era il mondo prima del terribile impatto della civiltà umana, ci aiutano a misurare quanto abbiamo perso".
Il documentario "Seaspiracy", diretto da Ali Tabrizi con lo stesso team di "Cowspiracy: The Sustainability Secret" del 2014, rivela una sconcertante verità: la più grande minaccia all'habitat degli oceani e dunque alla nostra sopravvivenza (dato che il 50% dell'ossigeno che respiriamo proviene dai mari) è l' "overfishing", la sovrapesca incontrollata, spesso illegale, una vera e propria razzia dell'intera popolazione marina.
Oggi sappiamo che le risorse ittiche non sono inesauribili e che il sovrasfruttamento degli ecosistemi marini e dei loro abitanti porta all’impoverimento dei mari in termini sia di ricchezza in specie (quindi di biodiversità) che di servizi ecosistemici.
Ad oggi, ogni persona mangia una media di 19,2 kg di pesce l’anno (circa il doppio rispetto a 50 anni fa) e la FAO predice che tale consumo arriverà a 21,5 kg nel 2030. Per soddisfare questa domanda, più del 55% degli oceani è nelle mani dell’industria della pesca.
Tra le specie del Mediterraneo principalmente minacciate dalla pesca eccessiva si possono ricordare il tonno rosso (Thunnus thynnus), la cernia bruna (Epinephelus marginatus), la spigola (Dicentrarchus labrax) e il nasello (Merluccius merluccius).
"Seaspiracy" mostra che il 40% del pescato globale è inutilizzato, sprecato o non contabilizzato, costituito dalle cosiddette "catture accessorie" (bycatch), specie non oggetto di pesca, come delfini, balene, tartarughe marine, pesci e uccelli marini, che vengono poi rigettate in mare, spesso ferite o già morte.
Secondo dati forniti da Sea Shepherd, un’organizzazione internazionale senza fini di lucro la cui missione é quella di fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo intero, 50 milioni di squali (essenziali per l'equilibrio dell'ecosistema marino) e 10.000 delfini sono vittime ogni anno di catture accessorie.
La domanda di pesce sulle tavole mondiali (come per la carne) è alla base di tutto: dagli allevamenti intensivi di salmone all'uccisione degli squali delle cui pinne è ghiotto il mercato asiatico.
Le organizzazioni criminali portano in alto mare eserciti di disperati a lavorare su pescherecci mattatoi trattandoli come schiavi.
Il giornalista ambientale George Monbiot parla di "gamberi insanguinati".
Mangiare pescato sostenibile è la cosa giusta da fare, ma a quanto pare solo in teoria.
Secondo l'inchiesta di Tabrizi, etichette come Dolphin Safe e MSC (Marine Stewardship Council) non sono in grado di garantire ciò che scrivono.
Mark J Palmer dell'Earth Island Institute, l'organizzazione che gestisce l'etichetta sicura per i delfini, ammette nel film: "Una volta che sei là fuori nell'oceano, come fai a sapere cosa stanno facendo? Abbiamo osservatori a bordo, ma gli osservatori possono essere corrotti" (o addirittura uccisi).
Il professor Callum Roberts, un ambientalista marino presso l'Università di Exeter citato nel documentario, afferma: "La nostra società è nel mezzo di una follia collettiva. L'infinita meraviglia del mondo naturale è vista come una mera risorsa, un numero su un foglio di calcolo, qualcosa che esiste solo per essere estratto in nome del profitto, per riempire le tasche di un manipolo di miliardari".
Spiaggia di Hvalba, isola di Suðuroy, 11 Agosto 2005
Molti faroesi ritengono che cacciare le balene sia una cosa giusta per mantenere la propria tradizione, presente nella loro comunità da secoli, e assicurare la propria sopravvivenza.
Con questa motivazione, i faroesi si giustificano contro le varie associazioni per la protezione degli animali, come Greenpeace, che ritengono la caccia alla balena un inutile spargimento di sangue.
Isole Fær Øer, Luglio 2020
"Un massacro ritualizzato", protesta il capitano Paul Watson, fondatore e presidente dell’ong Sea Shepherd, "gli psicopatici assetati di sangue nelle Isole Faroe danesi continuano le loro spietate uccisioni in serie".
Nelle isole Faroe è ripartita la Grindadrap, la tradizionale battuta di caccia. Una mattanza in piena regola: a Hvalba, un piccolo comune delle isole, sono state uccise oltre 252 balene pilota a pinne lunghe e 35 delfini bianchi dell’Atlantico.
La Grindadrap prevede una pratica molto crudele nei confronti di questi poveri animali indifesi, già a rischio estinzione: balene e delfini vengono infatti spinti verso la costa, dove l’acqua è più bassa, e, una volta spiaggiati, vengono infilzati e predati dall’uomo.
Tanto da tingere con il loro sangue l’oceano di rosso.
Pelican Point, Namibia, Ottobre 2020
Sulle spiagge e al largo delle coste della nazione africana, grazie a delle immagini satellitari, sono stati avvistati oltre 5mila feti di foche sudafricane da pelliccia, una specie che in questo periodo migra verso le coste del Paese dell’Africa Sud-occidentale per dare alla luce i propri piccoli.
A fare la scoperta Naude Dreyer, ricercatore di Ocean Conservation Namibia (OCN), che dopo aver trovato i feti lungo la Baia di Walvis ha impiegato un drone per monitorare la situazione dall'alto e in mare aperto.
Si tratta di oltre la metà dei cuccioli che ogni anno vengono alla luce tra novembre e dicembre.
Alle interruzioni di gravidanza in questi animali solitamente contribuisce la carenza di cibo, che può causare aborti spontanei nelle madri. Per i ricercatori però, una simile quantità di interruzioni di gravidanza è anomala.
Un evento simile era stato registrato dagli scienziati nel 1994, quando alla scarsità di cibo si aggiunse un batterio al quale la foca sudafricana da pelliccia è molto sensibile.
Dietro il tragico avvenimento potrebbero esserci motivi legati a fenomeni naturali, quali il cambiamento climatico e il conseguente riscaldamento delle correnti, che influisce negativamente sulla fauna acquatica.
Secondo Dreyer, non si può escludere l’intervento di malattie o agenti tossici.
Newfoundland, Canada, 8 Aprile 2021
Con la riapertura dell'annuale caccia commerciale alle foche, il Canada si appresta a trasformare ancora una volta i suoi pacifici banchi di ghiaccio in un mattatoio all'aperto.
Nonostante più di 37 paesi abbiano vietato il commercio di prodotti di foca commerciale e la domanda e i prezzi delle pellicce di foca siano crollati a livello globale, i cacciatori di foche continuano a massacrare decine di migliaia di cuccioli di foca uccisi a picconate con gli “hakapics”, bastoni di legno con un gancio di ferro all’estremità.
Più del 98 per cento delle foche uccise ha meno di tre mesi di età.
Dopo che l'animale è stato ucciso e scuoiato, le carcasse vengono solitamente abbandonate in mare.
"Il cambiamento climatico sta causando un rapido deterioramento della copertura di ghiaccio marino al largo della costa orientale del Canada. Per le foche riproduttrici sul ghiaccio, che sono gli obiettivi della caccia commerciale alle foche, è un disastro", dice Rebecca Aldworth, direttore esecutivo di Humane Society International / Canada, che da diciotto anni si batte per porre fine a questo scempio.
“Nessun governo responsabile permetterebbe di macellare i pochi cuccioli che sopravvivono a queste condizioni di ghiaccio senza precedenti solo per produrre articoli di moda. Inoltre, nessuna autorità sanitaria responsabile consentirebbe a questa caccia insensata e vergognosa di procedere durante una pandemia globale. Chiediamo al governo canadese di fare la cosa giusta e responsabile e di fermare il massacro di foche commerciali nel Canada Atlantico".
SIGLA
22 Aprile 2021
"Restore Our Earth", "Ripariamo la Nostra Terra", è la parola d'ordine della 51esima edizione della Giornata Mondiale della Terra.
Una sfida ardua se si considera che, per limitare il surriscaldamento globale entro 1,5°C, è necessario ridurre le emissioni del 45% entro il 2030.
Secondo Fatih Birol, direttore dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), le emissioni di anidride carbonica aumenteranno nel 2021 ad un livello record, il secondo più alto della storia dopo quello di 10 anni fa seguito alla crisi finanziaria.
Tra le cause, la pandemia di coronavirus, poiché i governi di tutto il mondo stanno riversando stimoli nei combustibili fossili per finanziare la ripresa dalla recessione post-Covid.
Santa Barbara, 28 Gennaio 1969
Dalla piattaforma A della Union Oil nel Dos Cuadras Offshore Oil Field, 10 Km al largo dalla costa, si verifica una drammatica fuoriuscita di petrolio.
Tra 80.000 e 100.000 barili di greggio si riversano in mare e sulle spiagge della California meridionale uccidendo circa 3.500 uccelli marini oltre a delfini, elefanti e leoni marini.
L'evento ha una grande risonanza mediatica provocando l'indignazione di una grande fetta dell'opinione pubblica americana.
Gli attivisti in prima linea nella lotta contro il disastro, tra cui Selma Rubin, Marc McGinnes e Bud Bottoms, fondatore di Get Oil Out, si mobilitano per creare la Giornata della Terra.
Numerosi atti di legislazione ambientale vedranno la luce negli anni seguenti: la U.S. Environmental Protection Agency, il National Environmental Policy Act (NEPA), il Clean Water Act e il California Coastal Commission and California Environmental Quality Act (CEQA).
San Francisco, Ottobre 1969
Durante una conferenza dell'UNESCO, l'attivista per la pace John McConnell propone di istituire una giornata per celebrare la Terra.
La data proposta è il 21 marzo 1970, primo giorno di primavera.
Il proclama scritto da McConnell viene firmato dall'allora segretario generale delle Nazioni Unite Maha Thray Sithu U Thant.
Un mese dopo, il senatore democratico e ambientalista Gaylord Nelson propone l'idea di tenere un teach-in ambientale a livello nazionale il 22 aprile 1970.
Grazie al contributo di un giovane attivista, Denis Hayes, l'evento, rinominato "Earth Day", si allarga a tutti gli Stati Uniti.
Stati Uniti, 22 Aprile 1970
Più di 20 milioni di persone si riversano nelle strade.
La prima Giornata della Terra rimane la più grande manifestazione di protesta di un solo giorno nella storia dell'umanità.
Dal 1990, con la creazione dell'Earth Day Network, l'evento ha assunto l'attuale forma globale con l'adesione di oltre 180 Paesi.
La Giornata della Terra viene ora osservata in 192 paesi e coordinata dall'organizzazione no profit EARTHDAY.ORG (ex Earth Day Network).
In occasione della Giornata della Terra 2016, lo storico Accordo di Parigi è stato firmato da Stati Uniti, Regno Unito, Cina e altri 120 paesi.
L'obiettivo di lungo periodo dell'Accordo di Parigi è quello di contenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto della soglia di 2 °C oltre i livelli pre-industriali, e di limitare tale incremento a 1,5 °C.
Il 4 novembre 2019, il governo degli Stati Uniti si è ufficialmente ritirato dall'accordo sul clima di Parigi.
Il 20 gennaio 2021, il neo-presidente eletto Joe Biden, nel suo primo giorno in carica ha firmato un ordine esecutivo per riammettere gli Stati Uniti nell'accordo di Parigi.
Washington D.C., 22 Aprile 2021
"Dimezzeremo le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.
Quello in corso è il decennio decisivo.
Se non invertiremo la rotta vi sarà un disastro collettivo: i segnali sono inequivocabili, il costo dell’inazione continua a salire".
Gli Stati Uniti, il secondo Paese più inquinante del mondo, nel 2018 ha emesso 5,41 miliardi di tonnellate di CO2 (la Cina il doppio).
Entro il 2050, dovrebbe arrivare a zero emissioni.
Biden ha promesso di decarbonizzare il settore elettrico entro il 2035. Ha messo al bando le nuove licenze federali per le trivellazioni e ha fermato la costruzione dell’oleodotto Keystone XL.
"L’amministrazione Biden-Harris farà più di tutti nella storia per affrontare crisi climatica", ha detto il segretario di Stato Antony Blinken.
Intervenendo al summit virtuale sul clima tenutosi il giorno in cui si celebra l' "Earth Day", il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha tenuto a sottolineare che l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050 "anticipa di 10 anni quanto precedentemente annunciato".
Bolsonaro è stato fortemente criticato per le sue politiche in Amazzonia dove il disboscamento illegale operato a fine di lucro, soprattutto da reti criminali, mette a rischio la sopravvivenza di questo polmone verde e delle comunità indigene che lo abitano.
Il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto una governance ambientale globale "equa, ragionevole e vantaggiosa per tutti".
La Cina, leader nella produzione di tecnologia per l'energia rinnovabile come i pannelli solari, brucia grandi quantità di carbone per la generazione di elettricità.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha chiesto un'azione più rapida sia per ridurre le emissioni sia per adattarsi ai rischi crescenti, in linea con l'accordo sul clima di Parigi.
"L'accordo di Parigi è l'assicurazione sulla vita dell'umanità", ha detto.
Il responsabile del clima di Greenpeace UK, Kate Blagojevic, ha detto:
"Gli obiettivi, da soli, non porteranno a tagli delle emissioni, servono vera politica e denaro. Ed è qui che il mondo intero è ancora fuori rotta".
"Anche se arriviamo allo zero netto, dobbiamo comunque eliminare l'anidride carbonica dall'atmosfera. Questa è la sfida più grande".
L'inviato presidenziale speciale degli Stati Uniti per il clima John Kerry, ha affermato che il raggiungimento dell'obiettivo di zero emissioni non sarà sufficiente a mitigare il cambiamento climatico.
Istituti come la Columbia Climate School e il Massachusetts Institute of Technology stanno lavorando duramente per sviluppare una tecnologia per rimuovere il carbonio dall'atmosfera.
La giovane attivista svedese per il clima Greta Thunberg ha avvertito i legislatori statunitensi che la storia li riterrà responsabili delle catastrofi climatiche se non smetteranno di sovvenzionare la produzione di combustibili fossili.
"Se vogliamo mantenere gli impegni di Parigi, dobbiamo porre fine ai sussidi ai combustibili fossili... ora".
"Il fatto che stiamo ancora discutendo, e ancor di più che stiamo ancora sovvenzionando i combustibili fossili, direttamente o indirettamente, utilizzando il denaro dei contribuenti è una vergogna".
"Possiamo continuare a far finta che questi obiettivi siano in linea con quelli necessari. Possiamo ingannare la gente, e persino noi stessi, ma non la natura e la fisica. Le emissioni restano".
"Questi obiettivi sono meglio di niente, ma non possiamo essere soddisfatti di qualcosa solo perché è meglio di niente. Dobbiamo andare oltre. Dobbiamo credere di poterlo fare, perché possiamo".
"Non so voi, ma io non mi arrenderò".
Karlsruhe, 29 Aprile 2021
"Le misure di protezione del clima del governo tedesco sono insufficienti per proteggere le generazioni future".
Una sentenza rivoluzionaria.
Dopo una denuncia presentata da gruppi ambientalisti, i giudici del tribunale di Karlsruhe, il più alto della Germania, hanno decretato incostituzionale il rinvio degli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Una delle denuncianti, Luisa Neubauer, attivista di Fridays for Future, ha dichiarato: "La protezione del clima è un nostro diritto fondamentale e ora è ufficiale".
I giudici hanno stabilito che "praticamente ogni libertà è potenzialmente influenzata da questi futuri obblighi di riduzione delle emissioni".
In base alla legge del 2019, la Germania è obbligata a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990.
Londra, 23 Aprile 2021
Gli attivisti di Extinction Rebellion (XR) scaricano carbone finto fuori dalla sede dei Lloyd's di Londra nella City.
Protestando contro il sostegno del settore all'industria dei combustibili fossili, i manifestanti hanno eretto barriere di sicurezza intorno all'area e posto striscioni con la scritta "Criminali Climatici", "Combustibili Fossili = Morte" e "Assicurazione dei Combustibili Fossili = Garanzia del Collasso Climatico".
La dimostrazione fa parte di Insurance Rebellion - una rete di gruppi tra cui Extinction Rebellion UK - che agisce per evidenziare il ruolo del settore assicurativo nell'alimentare la crisi climatica ed ecologica.
I Lloyd's - uno dei principali attori nel mercato assicurativo globale - assicurano alcuni tra i progetti più inquinanti, come le miniere di sabbie bituminose e le miniere di carbone.
La terra, che comprendeva aree utilizzate per scopi cerimoniali tradizionali, è stata concessa in piena proprietà al Gruppo Adani, una vasta multinazionale di proprietà indiana specializzata nell'estrazione mineraria.
"Adani sta costruendo la sua miniera su terreni rubati", dice Hayley Sestokas, un organizzatore di Frontline Action on Coal in Australia, "persone provenienti da tutta l'Australia stanno mettendo i loro corpi in gioco per resistere alla costruzione di questa miniera".
Un portavoce dei Lloyd's ha dichiarato: "I Lloyd's sono impegnati ad accelerare la transizione verso un mercato assicurativo e riassicurativo più sostenibile e ha definito azioni e impegni specifici per allinearsi agli obiettivi dell'accordo di Parigi.
Siamo attivamente coinvolti in un impegno costruttivo sulla questione del cambiamento climatico e continuiamo a esplorare i modi in cui i Lloyd's possono supportare una transizione responsabile".
Harriet, 28 anni, di Insurance Rebellion, ha risposto: "Le aziende produttrici di combustibili fossili stanno distruggendo il nostro pianeta".
25 Aprile 2021
Lo stato attuale del pianeta Terra è molto peggiore di quanto ci si possa rendere conto.
La perdita di biodiversità e l'accelerazione del cambiamento climatico, insieme all'ignoranza e all'inazione, minacciano la sopravvivenza di tutte le specie, inclusa la nostra.
A meno che non vengano intraprese azioni straordinarie ci aspetta un "orribile futuro".
L'autore principale dello studio “Underestimating the Challenges of Avoiding a Ghastly Future”, il professor Corey Bradshaw, della Flinders University in Australia, afferma: "La portata delle minacce alla biosfera e a tutte le sue forme di vita è così grande che è difficile da afferrare anche per esperti ben informati".
Confrontando più di 150 studi, la ricerca coordinata da Bradshaw delinea in modo chiaro e inequivocabile le tendenze future in termini di declino della biodiversità, estinzione di massa, perturbazioni climatiche, tossificazione planetaria, tutte legate al consumo umano e alla crescita della popolazione.
Tutti questi problemi sono destinati a peggiorare nei prossimi decenni.
Come ha recentemente sottolineato l'autore e giornalista tedesco Philip Blom, "l'intelligenza collettiva dell'umanità sembra corrispondere a quella di una cellula di lievito".
"Siamo sull'orlo di una nuova grande estinzione di massa, a meno che non cambiamo radicalmente rotta".
In "Under A White Sky", una raccolta di saggi inquietanti e stimolanti, in parte diario di viaggio e in parte reportage scientifico, Elizabeth Kolbert riprende il filo dei suoi precedenti libri, "Field Notes from a Catastrophe", sul cambiamento climatico, e "The Sixth Extinction", sull'estinzione di massa delle specie animali e vegetali causata dagli esseri umani.
Gli scritti di Kolbert riguardano l'Antropocene, l'epoca geologica attualmente in corso durante la quale gli esseri umani hanno avuto un'influenza senza precedenti sul pianeta, sul suo clima e sui suoi abitanti.
Il libro esce in un momento in cui la temperatura media globale è di oltre un grado Celsius al di sopra della temperatura preindustriale e i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera hanno superato i 414 ppm.
La situazione è così disastrosa che l'unica opzione disponibile sembrano essere gli interventi di ingegneria.
Ma, si lamenta, queste soluzioni apparentemente assurde risolveranno i problemi?
Emerge una traboccante hybris, tutta l'arroganza, la "volontà di potenza" e il nichilismo insiti nella natura umana.
A Chicago, un canale di drenaggio artificiale costruito all'inizio del XX secolo ha invertito il flusso di acqua inquinata, ma ha finito per collegare i Grandi Laghi con il vasto bacino idrografico del Mississippi.
Le specie invasive, precedentemente separate, sono così state in grado di passare da un sistema all'altro.
Le specie di carpe asiatiche sono diventate un parassita che sta spazzando via gli stock ittici locali e ora minacciano di entrare nei Grandi Laghi.
In Louisiana, il Corpo degli Ingegneri dell'Esercito una volta si vantava: "Lo abbiamo imbrigliato, raddrizzato, regolarizzato, incatenato".
Stavano parlando del potente Mississippi, che trasporta circa 550 milioni di tonnellate metriche di sedimenti nel Golfo del Messico ogni anno.
Naturalmente, il fiume non è stato incatenato e da allora il terreno è affondato mentre la regione si sta disgregando.
Se poi si aggiungono gli intensi uragani nella regione a causa dei cambiamenti climatici, ecco un luogo perfettamente progettato per i disastri.
Su una collina arida nel sud-ovest dell'Islanda, i lavoratori stanno installando enormi ventilatori per aspirare l'anidride carbonica dall'aria e trasformarla in pietra nel sottosuolo.
L'azienda svizzera Climeworks sta costruendo il sito islandese con Carbfix, un'unità di Reykjavik Energy.
Le soluzioni ingegneristiche per mitigare il cambiamento climatico stanno guadagnando attenzione e investimenti.
Elon Musk, capo di Tesla Inc e un imprenditore miliardario, ha indetto un concorso con un premio di 100 milioni di dollari per la migliore "tecnologia per catturare il carbonio".
I critici affermano che la "Cattura Diretta dell'Aria" (Direct Air Capture) delle emissioni già nell'atmosfera è troppo costosa rispetto alla più semplice riduzione delle emissioni o alla protezione delle foreste esistenti.
"Il risultato non sarà un ritorno al clima dei tempi preindustriali o a quello del Pliocene e nemmeno a quello dell'Eocene, quando i coccodrilli si crogiolavano sulle coste artiche. Sarà un clima senza precedenti per un mondo senza precedenti, dove le carpe argentate luccicano sotto un cielo bianco".
"L’uomo è l’unico fattore selettivo a determinare l’ulteriore sviluppo della propria specie, e, ahimé, di gran lunga più pericoloso del più feroce predatore..."
La competizione fra uomo e uomo agisce, come nessun fattore biologico ha mai agito, in senso direttamente opposto alla 'potenza eternamente attiva, beneficamente creatrice'...
distrugge con fredda e diabolica brutalità tutti i valori che ha creato, mossa esclusivamente dalle più cieche considerazioni utilitaristiche...
L'errore dell'utilitarismo, gravido di conseguenze deleterie, sta proprio in questo: nel confondere il fine con i mezzi".
Konrad Lorenz aveva previsto che l'economia di mercato avrebbe portato ad una catastrofe nel suo libro del 1973 "Gli Otto Peccati Capitali della nostra Civiltà".
"Tutti i vantaggi che l'uomo ha guadagnato dalla sua sempre maggiore comprensione del mondo che lo circonda, i suoi progressi tecnologici, chimici, medici, che sembrano alleviare le sofferenze umane, tendono invece a favorire la sua distruzione".
Nella prospettiva della biologia e dell’etologia, i maggiori problemi che si pongono al mondo di oggi, secondo Lorenz, corrispondono ad altrettanti "peccati capitali", che la civiltà occidentale ha accumulato nella sua evoluzione e che minacciano di ucciderla.
La sovrappopolazione della Terra; la devastazione dell'habitat naturale; l'accelerazione di tutte le dinamiche sociali a causa della competizione fra uomini; il bisogno di soddisfazione immediata di tutte le esigenze, primarie o secondarie che siano; il deterioramento genetico causato dalla scomparsa della selezione naturale; la graduale scomparsa di antiche tradizioni culturali; l'indottrinamento favorito dal perfezionamento dei mezzi di comunicazione; la corsa agli armamenti.
Tutti anelli di una stessa catena fatale, prodotta da un atteggiamento incurante e rapace verso la vita.
Tutte le specie viventi si sono adattate al loro ambiente mediante i meccanismi di feedback.
I feedback negativi, in particolare, in modo gerarchico frenano gli impulsi costringendoli entro certe soglie. Soglie che sono il prodotto dell'interazione di meccanismi in contrasto.
"I meccanismi inibitori funzionano come contrappeso agli effetti dei meccanismi dell'apprendimento. In natura, questi meccanismi tendono verso uno stato di equilibrio (omeostasi) tra gli esseri viventi facenti parte di un ecosistema".
Possiamo considerare il pianeta Terra come un complesso ecosistema in cui gli elementi biotici (gli animali, le piante, l'uomo) e quelli abiotici (la luce, la terra, l'aria, l'acqua, la tmperatura, il clima, ovvero i fattori ambientali) sono inscindibilmente legati tra loro attraverso cicli di retroazione.
Tutta la vita sulla Terra, fondamentalmente, dipende da una sorgente di energia extraterrestre, il Sole.
Grazie alla fotosintesi clorofilliana, l'insieme di reazioni da cui le piante verdi producono sostanze organiche a partire da CO2 e dall'acqua, in presenza di luce, si rinnova il miracolo della vita a partire da sostanze inorganiche.
La fotosintesi, il processo ancora dominante sulla Terra, è l'unico processo biologicamente importante in grado di raccogliere l'energia solare.
La nostra vita, la nostra sopravvivenza, così come quella di tutta la biosfera, dipendono da questo miracoloso processo naturale, da amare e salvaguardare.
Attraverso la fotosintesi, le piante aiutano a mitigare il riscaldamento globale assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno nell'aria.
Ma con l'aumento delle temperature questo processo sta rallentando ed è sul punto di subire una drastica inversione.
Il calore eccessivo riduce l'efficienza degli enzimi che guidano la fotosintesi e può ostacolare la capacità delle piante di regolare l'assorbimento di CO2 e la perdita d'acqua.
Gli enzimi hanno già iniziato a perdere la propria integrità strutturale e diventeranno sempre più inefficaci.
Il calore può anche compromettere la capacità riproduttiva di una pianta.
Gli oceani assorbono circa un quarto della CO2 che rilasciamo nell'atmosfera ogni anno.
Microscopici organismi marini fotosintetici utilizzano la luce del sole, l’anidride carbonica e le sostanze nutritive sciolte nel mare per crescere e per produrre ossigeno.
Metà dell'ossigeno che inaliamo con ogni respiro è prodotto dal fitoplancton marino.
L'aumento della quantità di CO2 prodotta dalle emissioni di gas serra sta provocando una acidificazione degli oceani che mette a rischio la sopravvivenza del fitoplancton e dell'intera catena alimentare.
L'uomo è l'unica specie svincolata dai meccanismi omeostasici, è l'unica specie che si pone al di fuori, o, peggio ancora, al di sopra dell'ecosistema, che ridefinisce il suo ambiente culturalmente in modo violento, arrogante, irrispettoso, innaturale.
"Il passo dell'ecologia umana è dettato dal progresso della tecnologia".
Non solo. L'ecologia umana, l'economia, è governata da meccanismi di feedback positivo che tendono ad incoraggiare certi istinti piuttosto che ad attenuarli.
"Il feedback positivo comporta sempre il pericolo di un effetto valanga... Un particolare tipo di feedback positivo avviene quando individui della stessa specie entrano in competizione tra loro... Per molte specie animali, i fattori ambientali mantengono la selezione intraspecie al riparo da possibili disastri... ma non esiste alcuna forza che esercita questo tipo di effetto regolatore sullo sviluppo culturale umano; sfortunatamente, l'umanità ha imparato a vincere tutte le forze ambientali esterne...
Questa ecologia del tutto nuova corrisponde a ciò che l'umanità desidera".
Alla sua "volontà di potenza".
Il principio della competizione - il darwinismo sociale - distrugge ogni chance omeostasica di creare stabilità e armonia.
"La competizione tra esseri umani distrugge con fredda e diabolica brutalità...
Sotto la pressione di questa furia competitiva non solo abbiamo dimenticato ciò che è utile e prezioso per l'umanità intera ma perfino ciò che è buono e vantaggioso per l'individuo".
Homo Homini Lupus.
TO BE CONTINUED
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