19 marzo 2020

CHILD PROTECTION SPECIAL UNIT


Genere: True Crime, Poliziesco, Azione

EPISODE 1






Nel sistema giudiziario penale, i reati di natura sessuale sono considerati particolarmente atroci. A New York City, i detective che indagano su questi crimini viziosi sono membri di una squadra d'élite nota come Special Victims Unit...

La serie poliziesca "Law & Order - Unità Vittime Speciali", giunta alla 21ima stagione, primo spin-off della serie "Law & Order - I Due Volti della Giustizia", è una delle serie più longeve nella storia della televisione (recentemente è stata rinnovata per altri tre anni).





Dick Wolf ideò la serie ispirandosi all'omicidio realmente avvenuto il 26 agosto 1986 nel cuore di New York, a Central Park, soprannominato dai media The Preppie Murder a cui è stata dedicata anche la docuserie "The Preppy Murder: Death in Central Park" in onda simultaneamente su AMC e SundanceTV dal 13 novembre 2019.

La serie racconta in ogni episodio un caso poliziesco e segue da una parte l'attività investigativa attuata dalla squadra di detective e parallelamente l'aspetto giudiziario. A differenziare la serie dagli altri spin-off è il genere dei crimini trattati. Infatti l'Unità Vittime Speciali della polizia di New York si occupa esclusivamente di vittime colpite da crimini sessuali prendendo spunto da fatti di cronaca realmente avvenuti.


L'IDEA

copyright 2020 (©) Alessio Mannucci

Pensata ome uno spin-off dello spin-off, ma del tutto indipendente rispetto all'originale, la serie "Child Protection Special Unit" metterà in scena le investigazioni e le operazioni condotte da una squadra speciale dedicata esclusivamente a combattere i crimini sessuali contro i minori.

Sfortunatamente, in questi ultimi anni le forme di abusi sessuali su minori sono aumentate esponenzialmente. Comprendono: lo svolgimento di una qualsiasi attività sessuale con un bambino, l'adescamento, lo sfruttamento sessuale, la produzione di pornografia infantile

Gli effetti dell'abuso sessuale su minori possono includere: depressione, disturbo post-traumatico da stress, ansia, disturbo da stress post-traumatico complesso, propensione a comportamenti violenti in età adulta e lesioni fisiche al bambino, tra gli altri problemi. L'abuso sessuale da parte di un membro della famiglia è una forma di incesto e può comportare un trauma psicologico più grave e a lungo termine.

La parola "pedofilo" viene comunemente applicata indiscriminatamente a tutti coloro che abusano sessualmente di un bambino, ma gli aggressori sessuali sono da considerare pedofili solo se mostrano un forte interesse sessuale nei bambini prepubescenti (fino a 11 anni). Secondo la legge, l'abuso sessuale su minori è spesso usato come termine generico che descrive i reati penali e civili in cui un adulto si impegna in attività sessuale con un minore o lo sfrutta a fini di gratificazione sessuale. L'American Psychological Association afferma che "i bambini non possono acconsentire all'attività sessuale con gli adulti" e condanna qualsiasi azione di questo tipo da parte di un adulto: "Un adulto che si impegna in attività sessuale con un bambino sta compiendo un atto criminale e immorale che non può mai essere considerato normale o comportamento socialmente accettabile. " [25]

Il fenomeno è GLOBALE e SOTTOSTIMATO perché la maggior parte delle vittime non può o non vuole denunciare. 

I bambini vengono abusati sessualmente ogni sette minuti, secondo i dati forniti ad Ottobre 2019 dall'NSPCC (National Society for the Prevention of Cruelty to Children), la principale organizzazione benefica del Regno Unito, che cerca di prevenire gli abusi su minori e di aiutare i recupero delle vittime.

I reati sessuali denunciati contro i minori sono saliti a 76.204, un livello record, secondo i dati di 44 delle 45 forze di polizia rilasciati ai sensi delle leggi sulla libertà di informazione.

Si tratta di un aumento del 63% rispetto a cinque anni fa, quando si registrarono 46.738 reati sessuali su minori registrati.

L'analisi dei dati rivela anche che laddove è stata fornita l'età della vittima, un quinto dei reati - circa 16.773 - riguardano bambini di età pari o inferiore a dieci anni, con 341 dei reati riguardanti neonati di massimo un anno.

L'NSPCC afferma che l'aumento dei reati - che includono stupro, violenza sessuale e adescamento - è in parte spiegato da una migliore registrazione e maggiori denunce, ma ritiene che ci sia stato anche un aumento alimentato dai pedofili che sfruttano i social media per contattare i bambini.


Nel 2018/19 sono stati registrati 8.656 reati sessuali su minori segnalati come relativi al mondo online, con un aumento del 18% rispetto all'anno precedente.

Peter Wanless, amministratore delegato della NSPCC, ha dichiarato: “Il numero record di reati sessuali su minori significa che stiamo affrontando una crisi nazionale nell'aiuto disponibile per decine di migliaia di bambini.

Questi bambini stanno coraggiosamente rivelando cosa è successo a loro, ma in troppi casi non c'è abbastanza sostegno tempestivo, organizzato e adatto ai bambini. Al contrario, vengono deviati da un servizio troppo esteso a un altro.

"Abbiamo bisogno di un ripensamento radicale nel modo in cui aiutiamo questi giovani, altrimenti potrebbero lottare per il resto della loro vita con un trauma profondo e di lunga durata".

L'ente benefico chiede la fornitura di servizi specializzati in tutto il Regno Unito, ponendo l'accento sul sostegno congiunto anticipato da parte della polizia, dei servizi locali, dei servizi per l'infanzia e della difesa dei minori che hanno subito abusi sessuali, offerti in spazi a misura di minore.

L'anno scorso sono stati registrati 69.543 reati sessuali su minori, più del triplo dei 20.698 quando i dati sono stati raccolti per la prima volta nel 2007/08.

Simon Bailey, capo del Consiglio nazionale dei capi di polizia per la protezione dei minori, ha dichiarato: “La polizia sta facendo tutto il possibile per perseguire i criminali che sfruttano e abusano dei giovani.

Ma bisogna fare molto di più per impedire che questo abuso si verifichi in primo luogo. Le società di social media e tecnologia devono riconoscere la propria responsabilità e fare di più per impedire ai bambini di accedere a contenuti dannosi e prevenire gli abusi sulle loro piattaforme.








SIGLA








IL NONO CERCHIO


"Neonazista io? A Bruxelles si preoccupino dei loro pedofili" (Joerg Haider)


20 ottobre 1996Bruxelles. 350 mila belgi sfilano in silenzio in memoria di quattro bambine uccise dal pedofilo Marc Dutrouxsoprannominato il Mostro di Marcinellearrestato in agosto, e per protesta contro la strana inerzia con cui sono state condotte le indagini.


23 ANNI DOPO


20 ottobre 2019. 400 persone sono scese in piazza a Bruxelles per protestare contro la possibile liberazione anticipata del pedofilo e killer Marc Dutroux, oggi  62ennecondannato all'ergastolo.

Un tribunale di Bruxelles ha accolto la richiesta del suo legale. In Belgio i detenuti possono essere rilasciati, dopo aver scontato due terzi della pena, se non presentano un rischio per la società.

Un team di cinque psicologi si appresta a valutare Dutroux in vista di una possibile richiesta di libertà condizionata.


Il suo complice Michel Lelièvre intanto è già stato rilasciato e si è trasferito da Bruxelles. Lelièvre ha lasciato la capitale belga per stabilirsi nel Brabante Vallone, a seguito di un attacco che lo ha mandato in ospedale poche settimane dopo essere stato rilasciato a dicembre.



Un tribunale di Bruxelles ha concesso il rilascio condizionale a Lelièvre che ha scontato 23 anni. Lelièvre è stato dichiarato colpevole di aver torturato e imprigionato quattro ragazze tra il 1995 e il 1996, due delle quali sono morte.

La decisione di liberare Lelièvre ha suscitato indignazione e proteste, in particolare da parte dei due genitori della vittima sopravvissuta, secondo cui la prospettiva di reintegrarlo nella società è "terribile".

Nel 1996, quando fu rapita, Sabine aveva dodici anni. Era una bambina che tornava da scuola in bicicletta. A vent'anni e mezzo ha tenuto testa al suo aguzzino in un'aula del tribunale di Arlon.

"Tornavo a casa - ha raccontato - ero tranquilla sulla mia bicicletta quando sono stata afferrata alle spalle e in un attimo mi sono ritrovata in una camionetta". Era il 28 maggio del 1996; sarebbe rimasta prigioniera fino al 15 agosto. Nella camionetta, Sabine è stata "gettata in un baule" e a quel punto ha "creduto di morire". Ma non è la morte ad attenderla. Dutroux la porta nella sua casa di Marcinelle e le racconta che l'ha rapita per salvarle la vita perché c'è "un uomo cattivo che vuole farla pagare" a suo padre.

Dopo "molti giorni" passati ben nascosta nella casa di Dutroux, Sabine viene trasferita in un nascondiglio costruito nelle cantine. "Mi disse che si trattava di un super nascondiglio per meglio proteggermi dai nemici di mio padre. Io non sapevo che questi terribili nemici non esistevano e perciò ero contenta che mi nascondesse". Precisa di "non avere voglia di dilungarsi" sulle sevizie subite ma racconta che poteva vedere la televisione "quando avevo fatto piacere al signore", cioè dopo aver soddisfatto le voglie del mostro.

Dutroux le imponeva anche la visione di film pornografici. La giovane ha fornito molti chiarimenti sul suo rapporto psicologico con Dutroux. Il fatto di non aver perso nel rapimento la sua cartella scolastica l'ha "aiutata molto". C'erano i libri, che leggeva e rileggeva. C'era il diario sul quale marcava con una croce i giorni delle "attenzioni" sessuali.

Dutroux mostrava nei suoi confronti una "doppia personalità". Era "l'amico" che le aveva trovato "un super nascondiglio" per "proteggerla" dai "nemici" del padre ma era anche colui che la sottoponeva a sevizie. "Protestavo e me ne lamentavo sempre", dice, "ma Dutroux se ne fregava" ("il s'en foutait", in francese).

Una volta Sabine tentò di fuggire ma riuscì a infilare solo la testa nell'apertura che collegava il nascondiglio alle cantine. E poi, ha raccontato, "c'era sempre quell'elemento: se te ne vai troverai fuori gente che t'aspetta per ucciderti". A un certo punto si lamentò della sua solitudine ma, spiega oggi, "mai avrei immaginato che avrebbe rapito qualcun altro". E invece Dutroux rapisce Laetitia Delhez, la porta nello stesso nascondiglio e dice a Sabine: "Ti ho portato un'amica". Solo allora la povera Sabine comincia a capire la sua reale situazione. Fuori non c'è alcun nemico, le spiega Laetitia, ma tutti la stanno cercando. Il 15 agosto arriva la liberazione.

Laetitia, che ha seguito la deposizione della suacompagna di sventure, ha cominciato a ricordare quella sera del 9 agosto 1996, quando, tornando dalla piscina del suo paese, Bertrix, nel sud del Belgio, fu caricata a forza sul furgoncino di Dutroux. La ragazza, che sarà violentata più volte, nella casa di Dutroux a Marcinelle, viene prima legata con una catena a un letto e poi, il 12 agosto, tre giorni prima della sua liberazione, sarà rinchiusa con Sabine nella prigione ricavata nella cantinai. Laetitia ha anche riferito di aver sentito Marc Dutroux parlare al telefono e fare i nomi Michel e Jean Michel (Michel Lelievre e Jean Michel Nihoul) dicendo che «tutto procede».

Oggi Sabine ha 35 anni. Si è trasferita in Francia, a Parigi. E' diventata una detective. Lavora ad una sezione speciale anti-pedofilia della BPM, Brigade de Protection des Mineurs.





LIONE, Francia, settembre 2019.

Esperti internazionali si sono riuniti per il convegno indetto dall'INTERPOL (International Criminal Police Organization) Specialists Group on Crimes Against Children) rivolto alle unità speciali di tutto il mondo che combattono i crimini sessuali contro i  minori

La polizia del Kenya, con il sostegno della National Crime Agency britannica, ha lanciato un'iniziativa per promuovere l'unità internazionale dedicata alla protezione dei minori per unire le forze dell'ordine a quelle delle agenzie di servizi per l'infanzia in modo da proteggere i giovani dallo sfruttamento sessuale.

I partecipanti sono stati inoltre aggiornati su WePROTECT Global Alliance, un'iniziativa internazionale dedicata all'azione nazionale e globale per porre fine allo sfruttamento sessuale dei bambini online che riunisce più di 70 paesi, nonché organizzazioni internazionali, partner industriali e organizzazioni di società civile .


Ernie Allen, presidente di WePROTECT Global Alliance, ha sottolineato le sfide affrontate dalle forze dell'ordine a livello globale nella lotta agli abusi sessuali su minori, inclusi gli sviluppi tecnologici come lo streaming live e i social media, l'uso di Darknet che forniscono anonimato, il turismo sessuale e la sottostima dei casi di abuso.

Questo non è un problema che ogni singolo paese o istituzione può gestire da solo. È un crimine globale che richiede una cooperazione globale.


“Abbiamo bisogno di visione, innovazione e leadership, che INTERPOL sta fornendo. L'INTERPOL, e chiunque nel mondo abbia dedicato la propria vita alla lotta ai crimini contro i bambini, dovrebbe essere orgoglioso degli straordinari progressi compiuti finora, ma c'è ancora molto da fare ", ha concluso Allen.

Sottolineando l'aspetto globale dei crimini contro i minori, il direttore esecutivo dei servizi di polizia di INTERPOL, Tim Morris, ha dichiarato: 

“Un bambino può essere maltrattato fisicamente in un paese, con le immagini facilmente distribuibili in tutto il mondo, spesso in tempo reale. Dobbiamo quindi collegare le regioni e le culture, aumentare la consapevolezza e sviluppare la capacità di affrontare questi crimini atroci ovunque si verifichino”.


Il team di INTERPOL Crimes Against Children ha anche assegnato un premio all'ECPAT, una rete di organizzazioni della società civile in 93 paesi, riconoscendo il suo lavoro nella prevenzione dello sfruttamento sessuale dei minori attraverso programmi per affrontare la tratta a fini sessuali; lo sfruttamento dei bambini attraverso la prostituzione e la pornografia; sfruttamento sessuale dei minori online; e lo sfruttamento sessuale dei bambini nel settore dei viaggi e del turismo.

La polizia giudiziaria portoghese ha ospitato un evento mediatico per mostrare come la cooperazione internazionale abbia portato all'arresto di due uomini che hanno abusato sessualmente di minori.

Questi eventi sono stati il ​​culmine di un'indagine globale durata un anno da varie agenzie di polizia sul sito darknet di abusi sui minori noto come "Babyheart" e il suo amministratore, noto come "Twinkle", che usava l'anonimato della rete TOR per proteggersi dagli sforzi degli investigatori.

Utilizzava inoltre metodi avanzati di crittografia e contro -sorveglianza affinchè non venisse rilevato o perseguito dalle forze dell'ordine. 

Un'attenta analisi dell'intelligence fornita da tutte le forze dell'ordine coinvolte, comprese immagini e file video, ha portato a una svolta. 


Commentando il caso, Valdecy Urquiza, vicedirettore dell'unità delle comunità vulnerabili di INTERPOL, ha dichiarato: “Questo caso ha richiesto input e supporto da così tante parti interessate diverse - è stato un esempio da manuale di come la collaborazione internazionale può mettere questi criminali dietro le sbarre. Dobbiamo fare tesoro di questa esperienza al fine di proteggere più bambini dagli abusi sessuali. "

Un'unità costruita e supportata dal Regno Unito a Mombasa aiuterà a proteggere i bambini più vulnerabili da predatori e trafficanti che operano lungo la costa del Kenya.


Avviata ufficialmente dall'Alto Commissario britannico in Kenya Jane Marriott e dal direttore delle indagini penali (DCI), George Kinoti, l'Unità per la protezione dei minori contro la tratta di esseri umani (AHTCPU) di Mombasa si occuperà in modo specifico della minaccia dello sfruttamento e dell'abuso sessuale dei minori e del  traffico di bambini sulla costa del Kenya.


Alla conclusione della conferenza, Sabine avvicina Tim Morris chiedendo di indire un incontro nel suo albergo con alcuni degli specialisti presenti alla conferenza. Argomento: Marc Dutroux.






Marc Dutroux, elettricista disoccupato, era ricchissimo. Possedeva diversi automezzi e almeno sei abitazioni, alcune con giardino, in cui aveva sepolto le sue piccole vittime. In una di queste case sono state trovate 600 videocassette porno, in cui si vedono Dutroux, sua moglie "e altre persone non identificate" stuprare e torturare bambini di sei-otto anni. Nel mercato clandestino questi video si vendevano a 40.000 euro l'uno.

Recidivo, già condannato per pedofilia nel 1989 a 13 anni (ma solo tre scontati), Dutroux ha potuto compiere i suoi delitti per anni, indisturbato. I vicini di una delle sue case, a Martinelle, avevano spesso protestato senza che la polizia intervenisse per gli allarmanti rumori che provenivano da quella casa; a Sars-La Broussière (altro domicilio del Dutroux), i vicini avevano chiesto (invano) l'intervento degli agenti per gli scavi, con una pala meccanica, che l'individuo compiva nel suo giardino: stava scavando le fosse per i piccoli cadaveri; come si saprà poi.

Dutroux agiva alla luce del sole, come se potesse contare su potenti protettori. Di fatto - come hanno dimostrato le successive indagini - la polizia sapeva molto di lui. Due settimane dopo la scomparsa da casa di Juliette e Melissa,  finite nel mattatoio del pedofilo, circolava negli ambienti investigativi belgi un documento riservato, da cui risultava che Dutroux aveva proposto a uno dei suoi loschi amici (un confidente) di rapire due minorenni. Nel documento, si indicava inoltre che ad uno dei suoi indirizzi il criminale stava costruendo dei sotterranei segreti. Nel rapporto risulta anche un indirizzo: Avenue de Philippeville 128 dove - troppo tardi - si scoprirà la prigione in cui erano state tenute Juliette e Melissa, prima di essere uccise e bruciate.

Il 25 agosto 1995 (le due ragazzine erano scomparse da due mesi), la "gendarmerie" belga dirama un ordine di ricerca per Dutroux. Ma il mandato sottolinea che la ricerca "non è urgente". Passano altri mesi, durante i quali Dutroux, ufficialmente (e debolmente) ricercato, può continuare a nascondere le due ragazzine, e a rapirne due altre. Eefje (di origine araba) e An. Le famiglie delle vittime, povera gente, trovano le autorità stranamente sorde alla loro disperazione. Solo un giudice istruttore, Jean-Marc Connerotte, si prende a cuore la faccenda; le sue indagini lo portano vicino a Dutroux: da quel momento, viene ostacolato in ogni modo, la polizia non collabora, il magistrato viene dipinto come un pazzo, infine gli viene sottratta l'indagine dal più alto livello giudiziario. Solo la spontanea confessione di Dutroux, alla fine, farà scoprire i cadaveri. Arrestato, Dutroux potrà ancora fuggire durante un trasferimento: non era ammanettato, si impadronisce di un'arma di un agente e se la svigna. Viene però ripreso dopo poche ore. Anche perché la popolazione comincia dire, a voce sempre più alta, che Dutroux è coperto da una cupola" segreta, dedita alle sporche pratiche sessuali, i cui referenti (e utenti) sarebbero membri del governo belga, e anche del livello più alto della dirigenza europea. La gente scende in piazza a difesa del giudice Connerotte e  protesta contro l'inerzia - o la complicità - dei politici e degli alti magistrati.

Il 20 ottobre 96, sono in piazza in 350 mila: è la "Marcia bianca". Il governo belga vacilla. Due ministri si dimettono. Allora, fra la gente, correva una voce univoca: quelle videocassette sequestrate nei rifiuti di Dutroux mostravano, come spettatori e attori dei delitti sessuali, personaggi altissimi. Di uno si sussurrava il nome: un Padre dell'Europa Unita, notissimo, che da allora - abbastanza stranamente - s'è messo da parte, fuori delle luci della notorietà. Il sospetto è rimasto ad avvelenare la vita quotidiana belga. 

Un ministro socialista, Elio Di Rupo, omosessuale dichiarato, s'è difeso con querele da accuse e voci, siano o no calunnie, che lo volevano coinvolto o vicino alla "rete" pedofila. Una deputata di destra, Margherite Bastien, il 26 novembre 96, ha agitato in Parlamento un video che mostrava, a suo dire, un tale Luc Michel mentre compiva atti innominabili su un bambino; sequestrata seduta stante, la cassetta è, ha scritto la Bastien, da allora "sepolta nei Sotterranei del Parlamento". Con le altre. 

Un giornalista, Jean Nicholas, ha scritto ("Les protecteurs sont parmi nous") che esiste prova di relazioni fra quel Michel, di Rupo e la Sicurezza di Stato. Sono seguite querele, controquerele. veleni e diffamazioni.

Corre un'ipotesi anche più atroce: che cioè la rete di altissimi pedofili non sia un semplice gruppo di lussuriosi, che hanno i mezzi di pagarsi il loro vizio, ma una specie di società segreta. In questa società, può entrare - ed esserne aiutato a scalare i vertici del potere politico - chi accetta di compiere un crimine pedofilo come "atto iniziatico".

Si sono scritti libri, in Belgio e in Francia, su questo lato oscuro e nefando: come "Homosexualité Iniziatique", di Bernard Sergent (ed. Payot, Parigi). Il sospetto orribile è che la setta richieda l'atto "di iniziazione" non solo perché un delitto commesso in comune (e video-filmato) lega chi lo commette ai suoi complici, e consente al gruppo di ricattare ogni suo membro. Si tratterebbe di un vero atto "magico", che qualifica chi lo compie a governare, in quanto capace di connettere quello che in quegli ambienti viene chiamato "il peccato del Nono Cerchio".

Mentre in Belgio oltre 350.000 persone manifestavano in piazza contro il mostro di Marcinelle e i tanti misteri che circondano quei crimini, in Svizzera calava il più stretto silenzio sul magnate elvetico arrestato in Sri Lanka, con l’accusa di aver violentato 1.500 bambini. 


TO BE CONTINUED



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