« Come? L'uomo è soltanto un errore di Dio? O forse è Dio soltanto un errore dell'uomo? »
Friedrich Nietzsche, "Crepuscolo degli Idoli. Ovvero: come si filosofa col martello".
« E ora voi sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. »
San Paolo, seconda "Lettera ai Tessalonicesi" (2,6)
GENERE: THRILLER, TRUE CRIME
EPISODE 4
04 Giugno 2021, CITTÀ DEL VATICANO
Il cardinale di Monaco, Reinhard Marx, uno dei principali collaboratori di Bergoglio, ha presentato al Papa le sue dimissioni.
Affermando che la Chiesa Cattolica, nella questione abusi sessuali, è arrivata «a un punto morto».
Marx è uno degli esponenti più noti delle Sacre Stanze tedesche, di cui è stato alla guida come presidente della Conferenza Episcopale fino al 2020.
Ha chiesto al Pontefice di essere sollevato dall’incarico di Arcivescovo di Monaco e Frisinga, che ricopre dal 2007, nominato da Papa Benedetto XVI. La richiesta è in una lettera datata 21 maggio.
Il centro, il cuore della questione è «assumere una corresponsabilità per gli abusi sessuali commessi da responsabili della Chiesa nei decenni passati», scrive il porporato in una nota. Le inchieste sul passato hanno dimostrato «molti fallimenti personali ed errori amministrativi, ma anche fallimenti istituzionali sistemici».
Lo scorso anno Marx aveva istituito nella sua diocesi la Fondazione di pubblica utilità Spes et Salus incaricata di offrire “guarigione e riconciliazione” a tutte le vittime di violenze sessuali. Il porporato aveva deciso di donare la maggior parte del suo patrimonio privato alla Fondazione.
Come in molti altri paesi, tra cui Stati Uniti, Australia e Irlanda, la Chiesa Cattolica tedesca è da decenni in subbuglio per le molteplici denunce di abusi sessuali su minori da parte del clero.
Uno studio commissionato dalla Conferenza Episcopale tedesca e pubblicato nel settembre 2018 ha rilevato che tra il 1946 e il 2014 almeno 3.677 minori hanno subito abusi sessuali da parte di 1.670 chierici, pari al 4,4% di tutti i sacerdoti i cui documenti personali sono stati esaminati in quel periodo.
Il rapporto, condotto da ricercatori delle università di Giessen, Heidelberg e Mannheimn, avverte anche che il numero effettivo delle vittime potrebbe essere molto più elevato poiché molti documenti sono stati distrutti. Dei casi documentati, più della metà delle vittime aveva meno di 14 anni e il 62,8% erano ragazzi.
A marzo 2021, l'arcivescovo di Colonia, cardinale Rainer Maria Woelki, ha rifiutato di dimettersi dopo la pubblicazione di un rapporto indipendente che descrive dettagliatamente gli abusi sessuali da parte del clero contro almeno 300 vittime nell'arco di quattro decenni nella sua arcidiocesi.
Woelki non è stato incriminato in nessuno dei casi documentati né è stato accusato di aver coperto i preti pedofili. Mentre l’arcivescovo di Amburgo, Stefan Hesse, accusato di aver gestito male le indagini sui casi di abusi sessuali a Colonia, dove ha prestato servizio come vicario, ha ottenuto un “congedo” da Papa Francesco.
22,6 milioni. Questo era il numero totale di cattolici in Germania nel 2019, su una popolazione totale di 83 milioni di abitanti. Tale cifra è diminuita di 2 milioni dal 2010, in seguito agli scandali venuti alla luce.
Amen.
New Orleans, 23 Agosto 2023
Dopo anni di negazioni e insabbiamenti, un noto ex leader della chiesa di New Orleans ha ammesso in un'intervista di aver molestato sessualmente diversi adolescenti durante la sua carriera.
Mentre la WWL-TV, affiliata alla CBS a New Orleans, stava intervistando Lawrence Hecker insieme al quotidiano britannico The Guardian, in merito a una dichiarazione rilasciata ai leader della chiesa di New Orleans nel 1999, l'ex sacerdote h confessato.
Hecker, 91 anni, è stato ordinato nel 1958. Secondo una cronologia compilata da WWL-TV, ha utilizzato la sua posizione per abusare e molestare minori per anni.
Nel 1988, i resoconti delle sue azioni giunsero all'arcivescovo di New Orleans Philip Hannan.
Hecker convinse Hannan che non si sarebbe mai più trovato "in circostanze simili" e non affrontò conseguenze fino al 1999, quando i continui resoconti contro Hecker costrinsero l'arcidiocesi a inviarlo in una struttura di cura psichiatrica fuori dalla Louisiana.
Lì, fu riconosciuto un pedofilo e la struttura raccomandò che gli fosse proibito di lavorare con minori o altre "persone particolarmente vulnerabili", secondo un fascicolo esaminato da WWL-TV.
Hecker ammise di aver commesso "atti apertamente sessuali" con tre ragazzi minorenni e di aver avuto strette relazioni con altri quattro che durarono fino agli anni '80.
Quando gli è stato chiesto da WWL-TV se avesse compiuto gli atti descritti nella dichiarazione, Hecker ha risposto "Sì" due volte.
Hecker non è mai stato perseguito penalmente, secondo WWL-TV, ma è stato oggetto di un'indagine da parte dell'ufficio del procuratore distrettuale di New Orleans.
Anche dopo essere stato rilasciato dalla struttura psichiatrica ha continuato a lavorare nella chiesa. Nel 2000 è stato assegnato alla St. Charles Borromeo di Destrehan, una piccola città in Louisiana, con annessa una scuola elementare.
Hecker si è ritirato nel 2002, dopo che la chiesa cattolica si è vista costretta ad adottare delle riforme in seguito al polverone sollevato dagli scandali denunciati da una storica e devastante investigazione del Boston Globe (che ha ispirato il film del 2015, vincitore di due premi oscar, "Spotlight", ndr).
Amen.
O5 Aprile 2024, Victoria, Australia
La polizia ha presentato nuove accuse contro il noto prete pedofilo Gerald Ridsdale, denunciando ulteriori casi di aggressioni sessuali storiche contro ragazzi nella regione di Victoria.
Ridsdale, 89 anni, è in prigione dal 1994 per l'abuso di oltre 70 bambini. L'anno scorso è stato condannato per l'ottava volta.
La Sexual Crimes Squad ha presentato altre 62 accuse contro di lui in seguito a un'indagine su una serie di aggressioni sessuali storiche.
Le accuse di penetrazione sessuale ai danni di un ragazzo di età compresa tra 10 e 16 anni e du aggressione indecente si riferiscono ad abusi che vedono coinvolte sei vittime maschili a Inglewood e Mortlake tra il 1973 e il 1981.
La polizia ha accusato Ridsdale di 24 reati sessuali a marzo 2022 come parte della stessa indagine, che riguardava due vittime di sesso maschile a Mortlake nel 1981 e nel 1982.
Ridsdale, attualmente costretto a letto, soffre di dolori cronici. La sua prima possibile data di rilascio è aprile 2028 anche se la condanna totale dovrebbe scadere a settembre 2034.
Amen.
Bruxelles, Stadio Re Baldovino, 29 Settembre 2024
"Il male non deve essere nascosto. Il male deve essere portato allo scoperto. Facciamo sapere. E lasciamo che chi abusa sia giudicato, sia laico, sacerdote o vescovo”.
Davanti a migliaia di persone riunite per una messa in conclusione della sua visita in Belgio, Papa Francesco ha risposto così alle critiche ricevute sia dal re che dal primo ministro per il totale fallimento della Chiesa nell’affrontare il fenomeno degli abusi sui minori perpetrati dai preti pedofili ai danni di migliaia di vittime.
“Le parole da sole non bastano, bisogna anche compiere passi concreti”, ha detto il primo ministro Alexander De Croo.
Il dilagare delle denunce sta ampliando le spaccature tra Roma e le influenti conferenze episcopali di Germania, Svizzera e Belgio, che negli ultimi anni hanno fatto pressioni sul Vaticano affinché aggiorni la legge della Chiesa per offrire una migliore protezione alle potenziali vittime.
Dal 2012 sono stati denunciati oltre 700 casi di abusi su minori da parte di personale clericale in Belgio. Tra gli episodi più clamorosi c’è stato il trattamento indulgente della Chiesa nei confronti del vescovo di Bruges Roger Vangheluwe, a cui è stato permesso di andare in pensione nel 2010 dopo aver ammesso di aver abusato sessualmente di suo nipote per 13 anni. Il vescovo è stato deposto da Francesco solo all’inizio del 2024.
L'ex vescovo di Bruges, intervistato da una troupe televisiva francese, ha avuto il coraggio di dichiarare che gli abusi subiti dal nipote di 5 anni erano come "un gioco" e ha ammesso di aver abusato anche di un suo secondo parente.
Francesco è stato criticato aspramente anche per aver cercato di proteggere un suo amico, il prete gesuita e artista sloveno Marko Rupnik, accusato di aver aggredito sessualmente diverse suore per un periodo di 30 anni.
L'ex suora Gloria Branciani, 59 anni, una delle 20 sorelle abusate da Rupnik, ha detto pubblicamente per la prima volta, a febbraio 2024, che in Slovenia Rupnik l'ha costretta ad avere rapporti sessuali a tre, con lui e un'altra suora, giustificando tale atto come devozione alla Santissima Trinità, il che costituisce una gravissima perversione della dottrina cattolica.
Più tardi, a Roma, l'ha costretta a frequentare con lui cinema pornografici.
Branciani, che per prima denunciò Rupnik nel 1993 e poi lasciò la comunità slovena, chiese che tutta la storia dello scandalo e dell'insabbiamento venisse resa pubblica, compresa la documentazione.
I mosaici di Rupnik decorano chiese e basiliche in tutto il mondo, incluso il santuario cattolico di Lourdes, in Francia, la futura cattedrale di Aparecida, in Brasile, e la cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico.
Amen.
27 Settembre 2024. Rockville Centre, New York
La diocesi cattolica romana di Long Island, New York, pagherà più di 323 milioni di dollari a circa 530 vittime di abusi sessuali subiti da preti pedofili quando erano bambini.
La diocesi del Rockville Centre, che serve circa 1,2 milioni di cattolici nelle contee di Nassau e Suffolk, contribuirà con 234,8 milioni di dollari al fondo di compensazione, mentre quattro assicuratori contribuiranno con 85,3 milioni di dollari.
Uno degli avvocati che hanno raggiunto l’accordo, Adam Slater, ha dichiarato: “È il più grande accordo fallimentare cattolico mai realizzato”.
La diocesi aveva dichiarato fallimento nell’ottobre 2020 per via del costo delle cause legali intentate dalle vittime.
Più di due dozzine di diocesi cattoliche hanno dichiarato bancarotta negli ultimi anni, dopo che New York e altri stati hanno promulgato leggi che consentono alle vittime di intentare causa anche per crimini vecchi di decenni.
"La diocesi di Rockville Center ha difeso ferocemente i suoi segreti per anni a rischio e pericolo della comunità", ha detto l'avvocato Jeff Anderson, il cui studio legale, Jeff Anderson & Associates, ha pubblicato nel 2021 un database che identifica 144 autori di violenza sessuale colpiti da cause legali intentate dopo il New York Child Victims Act che coinvolgono la diocesi del Rockville Centre.
“È solo grazie al coraggio delle vittime che abbiamo smascherato coloro che li hanno abusati. Ora questi predatori non possono più nascondersi nell’ombra. La storia di ogni vittima ha contribuito ad abbattere il muro di segretezza costruito dalla diocesi del Rockville Centre”.
Tra gli abusatori figurano:
Harold Cox – 11 cause.
Romano J. Ferraro – 21 cause, di cui 2 coinvolgono la diocesi del Rockville Center.
Vescovo John Raymond McGann – 1 causa.
Sheryn Silvestre nel 2019 ha affermato di aver subito abusi sessuali da parte di McGann per un totale di 15 volte dal 1966 al 1971. Ha poi aggiunto di essere stata abusata anche dal Rev. Robert Brown più di una dozzina di volte e da Monsignor Edward Melton almeno cinque volte.
Joanne Jack ha detto di aver subito abusi da parte del custode della parrocchia, John Hanlon, quando aveva solo cinque anni. Anni dopo, quando aveva 11 anni, ha affermato di aver subito nuovamente abusi da McGann e Melton.
McGann è morto il 30 gennaio 2002 all'età di 77 anni, è stato vescovo della diocesi dal 1976 al 2000. Anche Melton e Brown sono deceduti.
Monsignor Alan Placa – 2 cause legali intentate, entrambe coinvolgono la diocesi del Rockville Center.
Placa si è dimesso nel 2002 dopo le cause intentate ai sensi del New York Child Victims Act che lo accusavano di aver abusato sessualmente alcuni adolescenti negli anni ’70 nell’ormai defunto seminario preparatorio di San Pio X a Uniondale e nella chiesa cattolica romana di San Patrizio a Glen Cove.
Amen.
SIGLA
THE CHARAGUA MANUSCRIPTS
« Come? L'uomo è soltanto un errore di Dio? O forse è Dio soltanto un errore dell'uomo? »
Friedrich Nietzsche, "Crepuscolo degli Idoli. Ovvero: come si filosofa col martello".
Il sacerdote gesuita spagnolo Luis María Roma Pedrosa, noto come “Lucho”, per decenni ha abusato di centinaia di ragazze indigene in Bolivia.
Le ha fotografate, registrate in video e documentato i suoi crimini per iscritto.
Gli investigatori ecclesiastici hanno trovato in ogni angolo della sua residenza a a Cochabamba, all’inizio di marzo del 2019, fotografie di decine di ragazze seminude: tra le pagine dei suoi libri, nella sua agenda personale e sul disco rigido del suo computer.
Le immagini erano state ritagliate, ricomposte, apparivano deformate, come collage pornografici in cui venivano accostati volti, gambe e braccia di diverse ragazze.
Nel diario Lucho ha descritto i nomi delle ragazze e quello che ha fatto loro. Tra il 1994 e il 2005, durante il suo soggiorno missionario a Charagua, una piccola città nel sud-est della Bolivia, ha fotografato, filmato e abusato sessualmente più di 100 ragazze, la maggior parte delle quali provenienti dalla popolazione indigena Guaraní.
Roma descrive nel dettaglio l'eccitazione datagli dalla sua perversione e le difficoltà incontrate nel portare a termine i suoi crimini. Sono circa 75 pagine in tutto, senza ordine apparente, distribuite in tre diverse cartelle.
27-09-2000
Potrei toccarla ovunque. L'ho quasi divorata con la bocca. La mia mano sulle sue gambe e più in alto. Ha insistito per volere dei biscotti. Siamo andati di sopra e le ho scattato quasi 20 foto. Sul letto, seduto, in piedi, su, giù, tutto.
Gli ispettori hanno trascritto il diario e poi commissionato una perizia medico-psichiatrica. Quando è stato condotto il processo, Roma viveva ancora in Bolivia: aveva ottant'anni ed era costretto su una sedia a rotelle. Ma le vittime non hanno avuto voce in capitolo. Nessuna ha voluto parlare.
L'indagine è durata sei mesi. C'erano così tante prove che l'imputato alla fine ha firmato una confessione davanti a un notaio.
"Mi sono lasciato trasportare, in alcune situazioni, da atti libidinosi... con ragazze di età compresa tra gli otto e gli 11 anni. Non è mai stata mia intenzione fare del male a nessuna delle ragazze. Nei momenti in cui si verificavano questi comportamenti era dovuto a cause di forza maggiore che non potevo controllare."
Il devastante rapporto ha confermato l’insabbiamento sistematico di questo e di altri casi di pedofilia da parte dell’Ordine dei Gesuiti.
Poche settimane prima della stesura finale, il 6 agosto 2019, Roma è morto a Cochabamba all'età di 84 anni. I risultati delle indagini non sono mai stati resi pubblici.
La Compagnia di Gesù – l’ordine a cui appartiene Papa Francesco – non ha informato le autorità civili boliviane, né ha, nonostante la raccomandazione degli ispettori ecclesiastici, risarcito le vittime.
Tutto sepolto.
La pubblicazione da parte del giornale EL PAÍS del diario di un altro sacerdote gesuita spagnolo, Alfonso Pedrajas, in cui ammetteva di aver aggredito sessualmente almeno 85 bambini tra il 1978 e il 2000, ha provocato un terremoto mediatico nel paese sudamericano.
Ciò ha fatto sì che venissero alla luce altri casi, come quello di Lucho Roma.
Solo dopo lo scandalo sollevato dal caso Pedrajas, l'Ordine dei Gesuiti ha informato le autorità boliviane della denuncia ricevuta contro Lucho Roma, consegnando tutti i documenti dell'indagine.
Per un periodo di quattro anni, i gesuiti hanno nascosto tutto ciò che avevano: sia i materiali pedofili che conservavano nei loro archivi, sia i manoscritti. Hanno agito solo di fronte alla pressione dei media e dell’opinione pubblica.
Ma il sistema giudiziario ha chiuso il caso perchè le vittime non sono mai state ritrovate. Tutti i fascicoli dell’indagine sono rimasti inediti.
Finchè El País non ha avuto accesso a tutte le perizie, agli interrogatori, ad alcuni dei fascicoli che Lucho Roma conservava nella sua stanza, nonché ai fascicoli interni conservati dall'Ordine dei Gesuiti.
Tra questi figurano gli autori di abusi seriali denunciati da El País, come Pedrajas e Luis Tó, entrambi spagnoli.
Agosto 1998
Oh, come scrivo male, che brutta grafia, che incapacità di esprimere ciò che ho dentro: la verità è che li mangerei (...) Li tocco tutti con le mani... ne sento il calore della zona intima, un calore naturale! Quanto sono belle queste ragazze, nude profumano di sapone!
La sua “ossessione” – la parola che Roma usa per descrivere la sua propensione alle violenze sessuali – divenne una costante nel 1994. Quando fu promosso un nuovo superiore provinciale, Marcos Recolons. Ora è agli arresti domiciliari in Bolivia, accusato di aver coperto diversi pedofili durante il suo mandato.
L'anno della sua ascensione, Recolons designò Roma come missionario a Charagua, una cittadina di meno di 2.500 abitanti, la maggioranza proveniente dalla comunità indigena Guaraní.
All'età di 59 anni, Roma arriva in quella povera cittadina nel 1994. Diventa parroco e direttore della nuova scuola che i gesuiti avevano aperto. Poco dopo è nominato superiore dell'Ordine dei Gesuiti.
Porta sempre con sé una macchina fotografica, inizialmente una cinepresa, e fa sviluppare le foto a Santa Cruz, la città più popolosa del paese.
Successivamente acquista una macchina fotografica digitale che gli permette di stampare le immagini nella sua stanza.
Un residente locale ricorda chiaramente il giorno in cui è arrivato. “Era il capo. Si vestiva in modo impeccabile; [i suoi vestiti] erano sempre stirati di fresco", racconta a EL PAÍS.
All’epoca la Chiesa aveva grande potere e influenza nella zona, grazie alla sua opera umanitaria. Era normale che i bambini fossero sempre all'interno della Chiesa.
Roma si è subito circondato di minorenni. «Era l'apostolo dei bambini: riempiva il suo furgone di bambine».
Poco dopo il suo arrivo, nel 1996, Roma inizia a scrivere il diario. Le storie sono terrificanti: racconta nei dettagli come ha riunito le ragazze in gruppi, ha fatto la doccia con loro nella sua stanza e ha scattato loro delle foto.
Giorni dopo, torna a guardare le foto e a masturbarsi.
Gli episodi descritti da Roma indicano che ha seguito lo stesso modus operandi per aggredire decine di minorenni: adescava le bambine con doni o dolciumi e le portava in gita presso un ruscello vicino al paese.
In altre occasioni portava gruppi di ragazze nella sua stanza, chiudeva la porta e proiettava film per bambini o film sulla vita di Gesù Cristo. E, in quei momenti, ne approfittava per abusarne e registrarle o fotografarle.
Il suo diario termina nel settembre del 2000 con la confessione della sua natura pedofila: “Cosa posso dire dell'ossessione? Per l'amor di Dio, a volte mi spavento... Mi considero "anormale", come un molestatore di ragazze, come un potenziale stupratore, come un pericolo per quelle piccole!”
Roma è rimasto a Charagua fino al 2005. Quell'anno, improvvisamente, viene trasferito a Sucre, dove porta tutto il materiale pedofilo accumulato pensando che nessuno avrebbe scoperto i suoi segreti.
Ma non è quello che è successo. Roberto – nome fittizio di uno dei gesuiti che ha vissuto con Lucho per alcuni anni a Sucre – ha scoperto l'archivio degli orrori.
Roberto ha impiegato più di 10 anni per denunciare. Lo ha fatto dopo aver lasciato l’Ordine dei Gesuiti, consegnandolo a un giornalista dell’EFE – l’agenzia di stampa internazionale spagnola – di nome Gabriel Romano.
Lui stesso ex gesuita, Romano si è recato alla sede della Compagnia di Gesù prima di pubblicare il suo rapporto.
L'allora superiore provinciale, Osvaldo Chirveches, assicurò a Romano di non sapere nulla e promise che avrebbe aperto un'indagine.
Come promesso, la Compagnia di Gesù ha riunito un gruppo di investigatori. Tra loro c’erano gesuiti che ricoprivano incarichi elevati nell’Ordine – come il già citato ex superiore provinciale – e un ex alto funzionario dell’Ordine in Vaticano, Marcos Recolons.
Recolons – che ora è accusato di proteggere i pedofili – è stato uno tra coloro che sono entrati nella stanza di Roma per condurre una perquisizione. Era presente anche durante gli interrogatori degli alti funzionari gesuiti in Bolivia.
Tra gli altri membri del team, Daniel Mercado, gesuita boliviano specializzato in medicina bioetica, morto nel 2021, è stato tra quelli che hanno mosso cielo e terra perché fosse fatta giustizia.
È stato lui redarre le conclusioni del rapporto. Nell’aprile del 2019, secondo documenti interni dell’Ordine, contattò l’allora superiore provinciale, Osvaldo Chirveches, per informarlo delle “questioni pendenti” che i gesuiti avrebbero dovuto affrontare.
La linea d'azione più urgente da lui raccomandata era quella di offrire un risarcimento alle vittime. Mercado ha anche scritto che si sarebbero dovuti indagare altri casi di abuso sessuale, sollecitando allo stesso tempo l'aggiornamento dei protocolli di azione.
Ha poi sostenuto la sostituzione dei delegati inviati dall’Ordine con specialisti anti-abusi, che fossero “indipendenti e moralmente sani”.
Chirveches non ha seguito nessuna di queste raccomandazioni. La Compagnia di Gesù in Bolivia non ha mai chiarito il motivo per cui non ha denunciato il caso alla polizia nel 2019.
Tutto quello che si sa è ciò che è stato pubblicato da El País.
Non ci sono prove che le autorità gesuite abbiano consegnato il resoconto completo al Vaticano, come avevano chiesto anche gli ispettori nel loro rapporto.
Inoltre, i gesuiti non hanno messo in atto ciò che tutti gli esperti – psicologi, psichiatri, investigatori e specialisti – hanno fortemente consigliato: trovare le vittime, prendersi cura di loro e cercare formule per riparare i danni causati.
Ci sono voluti tre anni, dopo aver ricevuto il rapporto, perché la Compagnia di Gesù pubblicasse una dichiarazione in cui si riferiva che l’indagine sulle denunce contro LMRP (utilizzando un acronimo, senza fornire l’identità di Roma) aveva rivelato “plausibilità di quanto riportato”.
L'Ordine si è limitato a chiedere perdono.
I fascicoli del caso indicano che documenti a dir poco terrificanti sono ancora nascosti negli archivi segreti del Vaticano.
RItratti di mostri, che hanno avuto la costante e criminale protezione dei loro superiori.
Amen.
P.S. (Post Scriptum)
El País ha avviato un'indagine sulla pedofilia all'interno della Chiesa cattolica nel 2018 e mantiene un database aggiornato con tutti i casi noti.
Se conosci qualche caso che non ha ricevuto attenzione puoi scrivere a: abusos@elpais.es.
Se si tratta dell’America Latina, l’indirizzo è: abusamerica@elpais.es.
THE PERVERSION FILES
Michael J. O'Hara, ex capo scout della Hewlett Boy Scout Troop 115 e residente a Valley Stream, è una delle circa 200 persone che a New York e nel New Jersey sono state identificate come abusatori sessuali di bambini nei cosiddetti "perversion files" ("archivi della perversione") rilasciati il 23 aprile 2019 dalla Jeff Anderson & Associates.
Secondo tali documenti, O'Hara faceva parte dei Boy Scout dal 1961 al 1966. Si dimise nel 1966 dopo che un ragazzo riferì che O'Hara lo aveva aggredito sessualmente al campo scout.
Nessuna azione legale fu mai intrapresa all'epoca. O'Hara aveva 23 anni al momento delle sue dimissioni.
In totale, lo studio legale ha rivelato almeno 7.819 accusati di abusi sessuali su minori e almeno 12.254 vittime.
Oltre 82.000 denunce di violenza sessuale sono state presentate contro Boy Scouts of America (BSA).
Il documentario "Scouts Honor: The Secret Files of the Boy Scouts of America" presenta scioccanti rivelazioni attraverso le testimonianze di sopravvissuti, avvocati e un informatore che ha lavorato per BSA come direttore della protezione giovanile fino al 2020.
Boy Scouts of America è stata un'istituzione storica che rappresenta valori fondamentali del patriottismo americano: il coraggio, la leadership, l’affidabilità.
Per oltre 100 anni, circa 110 milioni di americani hanno preso parte ai programmi di BSA.
Dopo la dichiarazione di bancarotta nel 2020, l'immagine pubblica di BSA è andata in frantumi: migliaia di persone hanno denunciato gli abusi sessuali avvenuti sistematicamente, ai danni di minorenni, nell'arco di diversi decenni e generazioni.
Basato sul libro del 1994 "Scout's Honor: Sexual Abuse in America's Most Trusted Institution" del giornalista Patrick Boyle, il documentario alterna interviste con Boyle e numerose testimonianze di prima mano ad alcune delle vittime.
Per evitare i contenziosi civili, la cosiddetta “sacrosanta” organizzazione ha dichiarato fallimento nel 2020 avviando un piano di riorganizzazione da 2,4 miliardi di dollari che gli ha consentito di continuare ad operare in cambio di un risarcimento economico alle circa 80.000 vittime.
I "secret fiiles" a cui si fa riferimento nel libro erano degli archivi segreti in cui BSA conservava l'elenco dei volontari ritenuti non idonei.
Quando un volontario veniva ritenuto non idoneo o doveva affrontare denunce di abusi sessuali su minori, BSA metteva una nota rossa sul suo fascicolo, da cui il nome Red Flag List.
Per decenni, l’amministrazione di BSA ha scelto di tacere su questi documenti. Noti anche come "perversion files", sono stati resi pubblici solo nel 2012. Descrivono in dettaglio le accuse di abusi su minori contro leader scout tra il 1947 e il 2005.
Il giornalista investigativo Patrick Boyle ha spinto per la divulgazione di questi file riservati dopo aver letto per la prima volta di un capo scout condannato per abusi nel 1987. In seguito ha scoperto un altro caso in Virginia in cui BSA si è vista costretta a consegnare i file.
Boyle ha trovato nomi di sospetti scout che risalgono agli anni '20. La pratica sistematica di BSA di non denunciare, chiedendo agli autori del reato di dimettersi in silenzio, ha permesso a pedofili seriali di continuare le loro vili aggressioni all’interno della stessa organizzazione, anche se in città diverse.
Ben documentate dai "perversion files", la maggior parte delle accuse sono state tenute nascoste alle famiglie delle vittime e alle autorità di polizia per decenni.
Dopo una lunga battaglia legale, nel 2012 sono state pubblicate oltre 150.000 pagine che documentano accuse di abusi si minori da parte di leader scout avvenuti negli Stati Uniti tra il 1947 e il 2005.
BSA sosteneva che la loro segretezza fosse necessaria per proteggere i minori dai pedofili. in realtà serviva a mantenere salva la reputazione dell'organizzazione.
Questo insabbiamento sistematico ha permesso che gli abusi continuassero.
In qualità di presidente della BSA Youth Protection Task Force, Douglas Smith era responsabile della messa in atto di programmi per proteggere i bambini dai predatori sessuali.
Smith, che ha lavorato per quasi 40 anni con BSA, è stato messo in congedo amministrativo solo dopo essere stato indagato penalmente per accuse di pornografia infantile
I molestatori provenivano da tutti i ceti sociali: sono preti, poliziotti, insegnanti, camionisti, operai, avvocati.
Solitamente, membri delle comunità ritenuti perbene e benvoluti da bambini e genitori.
Molti hanno professato di amare i ragazzi e descritto le relazioni sessuali come naturali conseguenze del loro affetto.
"Ho pensato che potevo abbassarmi al loro livello per parlare con loro", ha detto John Fitzgerald, un ex capo scout pedofilo finito in prigione nel New Jersey, "potevo quasi capire cosa avrebbero provato, cosa avrebbero pensato".
La prima cosa che Thomas Hacker fece quando entrò nella tenda di Danny quella notte fu girarsi e chiudere la cerniera.
"Era notte e dovevamo andare a letto, io ero sdraiato a pancia in giù sul mio sacco a pelo".
Era l'estate del 1985, i Boy Scout stavano trascorrendo un weekend al Camp Falcon in Illinois. Hacker aveva 48 anni. Danny ne aveva 11.
"Si è seduto accanto a me e ha iniziato a farmi un massaggio alla schiena mentre mi parlava degli Scout. Diceva che ero un buon materiale per gli Scout, potevo imparare un sacco di cose. Mentre mi massaggiava la schiena ha iniziato ad abbassare lentamente la mano e a massaggiarmi il sedere."
È così che Hacker ha sedotto i ragazzi per 25 anni. In seguito ha detto a uno psichiatra di aver perso il conto dei ragazzi con cui ha avuto rapporti sessuali, ma erano "ben oltre cento".
Hacker non avrebbe dovuto essere al Camp Falcon. Due stati lo avevano condannato per reati sessuali con bambini.
Era stato costretto a dimettersi da almeno tre scuole dopo essere stato sorpreso a palpeggiare degli studenti. Era già stato cacciato dagli Scout per aver molestato dei ragazzi.
Eppure per diversi anni Hacker ha ripetutamente molestato Danny e più di 30 altri ragazzi. Con alcuni ha compiuto atti sessuali decine di volte, spesso mentre altri guardavano.
Per più di cinque anni i ragazzi hanno taciuto.
Dopo il suo arresto nel febbraio 1988, Hacker ha detto di amare i ragazzi e di stare facendo l'opera di Dio insegnando loro il sesso. Nel 1989 è stato condannato per violenza sessuale e condannato a 100 anni di prigione.
Così è finita la carriera di uno dei molestatori di bambini di maggior successo che si siano mai infiltrati nei Boy Scout. La sua storia è esemplare per capire come i pedofili usano gli Scout o altri gruppi giovanili per avere rapporti sessuali con bambini.
"Mi ha detto che era molto interessato e sempre ossessionato... dai ragazzi", ha testimoniato lo psicologo Larry Heinrich al processo di Hacker. "Ha dedicato la sua vita praticamente alla ricerca di situazioni in cui poter avere contatti con i più giovani".
Nella sua autobiografia, scritta come esercizio terapeutico mentre era in un ospedale psichiatrico, Hacker ha scritto dei suoi studenti: "Li ricordo seduti sulle mie ginocchia, che mi massaggiavano la schiena e in genere mi fornivano l'affetto di cui avevo bisogno. Non ci ho visto nulla di socialmente inaccettabile".
Con i suoi Scout si dedicavano regolarmente alla masturbazione reciproca. "Era un tipo speciale di amicizia e legame".
"Sono ricaduto nell'abitudine di togliergli i pantaloni. Questo andò avanti per un anno o due... Mi alternavo a stare in tutte le tende avvicinandomi il più possibile a tutti loro. Sentivo che erano tutti miei figli".
25 Years of Abuse Kept Molester Moving, Patrick Boyle, Washington Times, May 21, 1991
Scouting's Sex Abuse Trail Leads to 50 States, by Patrick Boyle Washington Times May 20, 1991
Corporate Policy Kept Abuse Secret, Patrick Boyle, Washington Times, May 22, 1991
Boy Fled Terror, Shame by Suicide, Patrick Boyle, Washington Times, May 23, 1991
Scouts Take Heed, Hit Abuse Head-On, Patrick Boyle, Washington Times, May 24, 1991
The Abusers - State by State, Washington Times, May 20, 1991
http://www.newsline.umd.edu/Boyle/shonorhacker.htm
BishopAccountability.org
« E ora voi sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene »
San Paolo, seconda Lettera ai Tessalonicesi (2, 6)
San Paolo allude alla manifestazione del Mysterium Iniquitatis, cioè l’Anticristo, l’Anomos (“il senza legge”) che, spacciandosi egli stesso per Dio, è in verità il figlio della perdizione, che proverà a farsi amare come il vero Dio, sedendosi egli stesso nel suo tempio.
Ma, avverte San Paolo, qualcosa “trattiene” l’Anticristo dall’irrompere nel mondo. Solo quando il katéchon (“quel che lo trattiene”) sarà tolto di mezzo, ci sarà la sua piena manifestazione.
E dopo il manifestarsi dell’Iniquo, sarà l’ora dell’avvento dell’apocalisse: la “parusia” del Signore segnerà così il pieno trionfo sull’apostasia e l’anomia.
Attorno a questa drammatica, enigmatica scena evocata da San Paolo, si sono arrovellati senza sosta i Padri della Chiesa: da Ireneo a Tertulliano, così come Origene, Agostino, sino a Calvino, per trovare, nel ’900, quel Carl Schmitt che, a partire dalla secolarizzazione del Moderno, sulle tracce della “analogia”, ha provato a radicalizzare, davanti alla “fine della statualità”, le eterne domande della “teologia politica” dell’Occidente.
Nel suo "Il Potere Che Frena. Saggio di Teologia Politica", edito da Adelphi, Massimo Cacciari evidenzia l’analogia - che è già in Schmitt - tra il ruolo dello Stato e la stessa funzione “catecontica” che quest’ultimo è venuto svolgendo nel “Moderno”.
Cacciari intravede come “il dissolversi della forma catecontica" stia corrodendo la realtà dello Stato, spogliandolo di ogni auctoritas.
Fenomenologia della totale “anomia” cui è giunto l’attuale “sistema-mondo”, con la fine-crollo di tutte le forme di “rappresentazione”, (come invocato dai post-moderni e ancor prima da Nietzsche, ndr) dando il via libera alle “potenze decisive che operano sul piano globale”, imprevedibili ed “intolleranti ad ogni katéchon”.
Da qui, oltre il carattere impotente ed ineffettuale di ogni “appello al politico”, la “fine” di quella età “prometeica” del Moderno, un tempo forte della sua ansia di progetto e di futuro, segnata adesso dalla figura del titano Epimeteo (“colui che vede in ritardo”), l'opposto di suo fratello Prometeo, che, secondo alcune versioni del mito, aprirà il vaso di sua moglie Pandora.
TO BE CONTINUED
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